Fermo, così i testimoni concordi ​smentiscono la vedova

Dai momenti iniziali fino alla morte di Emmanuel. Così i testimoni concordano e smentiscono la vedova Chinyery

Fermo, così i testimoni concordi ​smentiscono la vedova

Tutti contro una, verrebbe da dire. Nel caso della morte di Emmanuel Chidi Nnamdi, il nigeriano che ha trovato la morte a Fermo, la versione di Chinyery si scontra con i racconti dei testimoni. E basta confrontare punto dopo punto quanto emerso da interviste e verbali per capirlo.

La versione della vedova

"Eravamo usciti per comprare una crema per il corpo - raccontò Chinyery a Repubblica - Passeggiavamo, quando all'improvviso quei signori hanno cominciato a insultarmi. "Africans scimmia", "africans scimmia". Mi ha preso, mi ha spinto, mi ha dato un calcio. Emmanuel mi ha difeso". Poi la donna mise a verbale che "l'uomo bianco afferrava un segnale stradale montato su un palo con la scritta "stop" e con tale arnese colpiva mio marito all'altezza della testa (...) ed è caduto a terra".

I testimoni concordano

Chi ha iniziato?
All'inzio della lite sono presenti due persone, oltre Amedeo e Chinyary: una colf polacca e l'amico di Amedeo, A.F.. Secondo quanto riportato da A.F., la vedova avrebbe impedito a Mancini di salire sull'autobus. Anche l'autista e la bigliettaia affermano di aver visto Chinyery frapporsi tra Amedeo e la porta del bus. Poi, continua A.F., "il ragazzo di colore ha cominciato a sferrare colpi con le mani e con i piedi" contro l'ultrà. Il suo racconto trova riscontri in quello di una donna, T.M. ("il ragazzo di colore iniziava a spintonare Amedeo"), e della stessa colf polacca. Che ha detto: "Hanno impedito a Mancini di salire sull'autobus - racconta - Poi ho sentito l'italiano che, con le mani dietro la schiena, diceva: mi vuoi ammazzare?". La stessa frase peraltro viene riportata da una terza testimone (volontaria Spar), fatto che evidenzierebbe come il primo ad aggredire sia stato proprio Emmanuel.

Mancini arretra
Secondo la difesa c'è un particolare a conferma del fatto che l'ultrà si è protetto: Mancini sarebbe indietreggiato 20 metri "sotto le spinte dell'uomo di colore" che "lo colpiva da dietro con pugni" per evitare lo scontro con Emmanuel. A dirlo non è solo l'amico dell'ultrà, ma anche T.M. e P.B., signora che si è trovata i contendenti a pochi metri dalla sua auto. Inoltre, due testimoni affermano che Emmanuel usava calci e pugni, mentre Mancini solo le mani.

Il cartello stradale
Chinyery affermò che ad usare il cartello stradale era stato Mancini, addirittura colpendo Emmanuel alla testa e provocandone così la morte. In realtà T.M., P.B. e l'amico di Mancini dicono di aver visto Emmanuel scagliare il palo contro Amedeo facendolo cadere a terra. A smentire la vedova ci sarebbero anche i rilievi sul luogo della morte: il palo è stato abbandonato dal lato opposto della strada rispetto a dove Emmanuel poi è morto. Quindi è difficile che possa essere in qualche modo "l'arma del delitto". Da verificare ancora il punto dove Mancini è stato colpito: alcuni testimoni dicono alla gamba, un'altra alla spalla.

Chinyery aggredisce
Tutti i testimoni concordano nell'aver visto Chinyery particolarmente alterata e intenta ad aggredire Mancini con le scarpe anche mentre questi era in terra. A dirlo sono P.B, A.F. e T.M. come riportato nei verbali. Non solo: la volontaria, M.T., P.B. e un vigile dichiarano che quando l'amico di Amedeo cerca di fermare la rissa tra l'ultrà e Emmanuel, la vedova "lo prendeva per il bavero della maglietta" e lo "colpiva con la scarpa", impedendogli di sedare gli animi.

Il testimone scomparso
Nel momento in cui Mancini insulta Chinyery, i coniugi nigeriani sono in compagnia di un altro amico extracomunitario. A.F. è sicuro che anche lui fosse tornato indietro a pochi metri dal luogo in cui si è svolta la rissa. Sentito però dagli inquirenti, ha dichiarato di non aver visto nulla. Per l'avvocato difensore, Francesco De Minicis, questo è "un punto a favore: se avesse visto qualcosa di favorevole ai due amici nigeriani lo avrebbe detto".

Nessuno, invece, ha visto il pugno fatale.

Tuttavia la procura, il Gip Marcello Caporale e il Tribunale del Riesame hanno decretato "attendibili" le versioni di almeno due testimoni (P.B. e M.T.), mentre quella di Chinyery è da considerare priva di fondamento. Tanto che ad un certo punto si è parlato di una ritrattazione da parte della vedova, poi smentita dai legali.

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