"Staccatele la spina". Sarebbe stata questa la richiesta espressa da due coniugi americani ai medici dell'ospedale quando hanno scoperto che la figlia, nata da madre surrogata, era gravemente malata.
Questa terribile storia, è stata racconta sulle pagine di Abc news appena qualche giorno fa ma i tempi della narrazione sono ben più lunghi. Tutto, infatti, è cominciato tre anni fa quando Matthew S.E.T (39) e sua moglie Irmgard P (61) decidono di stipulare un contratto di surrogazione con una ragazza ucraina. Nel 2016, la donna dà alla luce due gemelli ma, data la prematurità del parto, avvenuto alla venticinquesima settimana di gestazione, uno dei due bambini muore alla nascita. L'altra creatura, a cui viene dato il nome di Bridget, riesce a sopravvivere ma riporta grossi danni celebrali, motori e respiratori. Nei primi mesi di vita, infatti, la bambina è costretta a cure mediche intensive e necessita di essere alimentata con un macchinario. La sua vita è appesa ad un filo e, come se non bastasse, i suoi genitori non sembrano per nulla intenzionati a prendersene cura.
Appresa la notizia dello stato di salute della loro unica figlia, quella che tanto avevano desiderato da ricorrere alla pratica dell'utero in affitto, decidono di non volerne sapere. Dunque, lasciano la bambina nell'ospedale di Kiev, in balia di sé stessa, e tornano in California. Ma non è tutto.
Trascorsi alcuni mesi, i due coniugi fanno sapere con una lettera inviata ai sanitari della struttura presso cui è ricoverata Bridget, che non intendono farsi carico della situazione. "Staccatele la spina", scrivono nella epistola lasciando intendere (neanche poi tanto velatamente)che sarebbe meglio "disfarsi"della innocente creatura. "Il 25 maggio 2016, abbiamo appreso che Etneire (sic) Pagan Irmgard Bridget è malata mentalmente e fisicamente – continuano - è in uno stato vegetativo e non ha possibilità di diventare una persona normale ... I medici che abbiamo consultato qui consigliano e raccomandano di interrompere qualsiasi trattamento così che possa trovare la pace ... " Di una crudeltà spietata e disumana.
Per fortuna, i medici dell'ospedale declinano la richiesta e preferiscono, piuttosto, affidarla ad un orfanotrofio di Sonechko, vicino Kiev.
Da quel giorno, Bridget vive in una casa famiglia ma non può essere adottata perché legalmente è ancora figlia della coppia americana ed è quindi sprovvista di cittadinanza ucraina. In buona sostanza, è un'apolide. A prendersene cura è Marina Boyko, una infermiera pediatrica che segue la bambina fin dal primo giorno in cui l'ha ricevuta in affido. "Personalmente, penso che Bridget - afferma l'infermiera - è la bambina migliore, più bella, più gioiosa e più intelligente che possa mai esistere. Merita una famiglia che la ami".
Ma il futuro della piccola è ancora molto incerto.
Se non sarà possibile trovarle una famiglia, all'età di 7 anni sarà trasferita in un'altro istituto dove non riceverà più alcuna assistenza medica e di sostegno.Una tale scelta, potrebbe allontanare Bridget anche dalla sua amata Marina Boyko, il suo unico e solo punto di riferimento.
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