Foggia, 81enne aggredito da africani: "Sporco italiano razzista"

Rocco Petrillo, uomo di 81 anni, è stato aggredito in pieno giorno a Foggia da un gruppetto di extracomunitari a causa della sua fede leghista.

L’anziano, militante del Carroccio, se l’è fortunatamente cavata con qualche ferita al labbro ed al naso oltre che un ginocchio sbucciato. L’episodio si è verificato lo scorso sabato poco dopo le 11:30 nelle vicinanze di casa sua, come lo stesso Petrillo ha raccontato su “Immediato.net”. “Ho incrociato questo gruppo di immigrati e mi sono spostato verso il margine del marciapiede. Mi hanno afferrato da dietro e mi hanno spinto, fino a farmi finire per terra in strada”. Sul perché dell’aggressione l’81enne non ha dubbi. “Hanno detto: ‘Sporco italiano razzista’. Devono aver riconosciuto la spilla ed il fazzoletto verde. Ma tenga presente che sono stato al Cara varie volte, quindi loro mi conoscono, non è difficile che mi abbiano identificato.”

Nell’aggressione sono rimasti irrimediabilemnte danneggiati l’orologio che aveva al polso ed un cellulare che stringeva in mano mentre tentava di difendersi. “Avevo il cellulare in mano e si è spaccato in due. Mi hanno afferrato da dietro, con violenza.” Dopo di che la fuga, anche se l’uomo non ricorda bene quegli attimi, visto lo choc ed il dolore. “Non so cos’è successo, avevo il sangue che mi usciva dal naso, dal labbro, poi è passata una macchina e mi hanno aiutato.”

Una settimana prima era stato un italiano ad aggredire l’81enne. “Stavamo distribuendo del materiale, quando ha visto la spilla mi ha attaccato. Ha parlato contro il federalismo e gli ho risposto per le rime.”

Arriva anche un messaggio di vicinanza da parte del partito, per bocca del vice segretario regionale Joseph Splendido, consigliere provinciale e comunale di Foggia. “Piena solidarietà a Rocco Petrillo, vittima di un gesto infame. Spero che vorrà denunciare questi cinque vermi, che se la prendono anche con gli ottantenni. In pieno giorno e senza alcuna motivazione.

Queste sono le conseguenze di un clima esacerbato dall’odio fomentato dalle sinistre e dall’immigrazione incontrollata, che in Capitanata è solo bacino di manovalanza per la delinquenza spicciola e per la criminalità organizzata della Quarta Mafia, oltre che essere veicolo di sfruttamento nei campi a solo vantaggio delle grandi aziende di trasformazione agricola”.