Roma, Bari, Napoli. Cambia la città, ma la situazione nelle zone gialle e arancioni è la stessa: gente che passeggia, si raduna, gente che si assembra, gente che prende il sole, gente che pranza fuori. Gente ovunque. Completamente incuranti dei protocolli di sicurezza anti contagio, molti se ne fregano del metro di distanza e non rinunciano a godersi il sole inatteso di una domenica di novembre, in compagnia di parenti e amici. L'impennata dei contagi e il moltiplicarsi dei ricoveri che man mano saturano le terapie intensive non sembrano convincere le persone a starsene a casa. E folle si riversano in massa nelle città italiane che per ora hanno scampato il lockdown duro.
Il virus continua a mordere, ma la gente non ci sta. Non ce la fa più. Le persone non ne vogliono sapere di non vedere nessuno, di non fare shopping, di non uscire a pranzo o a cena. Rivogliono la loro vita dell'epoca pre Covid. Più le limitazioni si inascpriscono, più salgono la tensione e l'insofferenza. Le immagini, che fanno già discutere, vengono da via del Corso. Siamo nel pieno centro di Roma, che nelle ore immediatamente precedenti al coprifuoco delle 22, si ritrova letteralmente invasa da persone che affollano una delle mete più ambite dello struscio romano. Gremite anche Ostia, Villa Borghese, Villa Pamphilij e Villa Ada. La voglia di uscire prevale e la convivenza con il virus si fa sempre più difficile. Non solo nella capitale.
Bari, via Sparano, ore 20. Anche qui, manca poco al coprifuoco e masse di persone si riversano nel centro città. E a bacchetare i propri concittadini ci ha pensato Antonio Decaro. Il sindaco di Bari pubblica su Facebook la foto "incriminata" e nel commento non risparmia critiche pesanti: "In via Sparano questa era la situazione, ma poi tutti corriamo a casa a indignarci del mancato rispetto delle regole e delle restrizioni. Queste immagini sono uno schiaffo alle persone ammalate e agli imprenditori che hanno dovuto chiudere la loro attività". E, secco, avverte: "Se i contagi aumenteranno la Puglia diventerà zona rossa e chiuderanno tutto questo non è terrorismo psicologico, è la realtà. Almeno questa volta saremo stati artefici consapevoli del nostro destino”.
Il copione si ripete a Napoli. Domenica. È l'8 novembre, ma il tepore pare più che primaverile. Il lungomare, la centralissima via Toledo e il centro storico della città sono stati presi d'assalto da una vera e propria fiumana umana. Molti i casi di mascherine abbassate - o del tutto assenti - e di assembramenti. E non sono mancati i "coraggiosi" che si sono lanciati in un ultimo bagno pre-invernale. Mentre i controlli delle forze dell'ordine latinano, Napoli si spacca in due. Gli "innocentisti" sostengono che il semplice uscire in strada allo stato attuale non rappresenti una violazione.
Poi c'è chi, invece, ritiene che i napoletani dovrebbero essere più rispettosi e starsene a casa. La paura, quella sì condivisa, è di vedere la Campania piombare dall'attuale zona gialla in zona arancione o, peggio, in zona rossa. Una decisione che, data la situazione di contagi e ospedali, sembra essere già nell'aria.
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