La Fontana di Trevi colorata di rosso dal "sangue" dei cristiani perseguitati

Ieri sera l'iniziativi di Aiuto alla Chiesa che Soffre per ricordare i cristiani perseguitati nel mondo

La Fontana di Trevi colorata di rosso dal "sangue" dei cristiani perseguitati

"Ringrazio Aiuto alla Chiesa che Soffre per il suo coraggio e la sua determinazione nel sostenere i cristiani perseguitati. Questo evento, unico e originale, che onora il sangue dei martiri che grida verso il cielo, ci stimoli tutti a non lasciarci arrendere e a credere alla pace, a costruirla giorno per giorno".

Sono parole Monsignor Antoine Audo, vescovo caldeo di Aleppo, pronunciate alle 20.45 circa di ieri sera, pochi minuti dopo che Fontana di Trevi, illuminata da fasci di luce rossa, ha portato all’attenzione il dramma della persecuzione, di cui sono vittima almeno 200milioni di cristiani.

L’iniziativa era promossa dalla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre. "Siamo qui per far sentire ai cristiani perseguitati che non sono soli - ha detto in apertura Monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana - i seguaci di Cristo sono i primi a subire persecuzioni e per questo dobbiamo essere in prima fila in eventi come questo". Anche Alfredo Mantovano, presidente della sezione italiana di ACS, ha ricordato le "tante comunità cristiane che patiscono la fame, la miseria e le violenze a causa della loro fede" invitando tutti a «squarciare il velo dell’indifferenza e dell’individualismo, così da evitare la prosecuzione di un’intollerabile agonia".

Mentre sulla Fontana vengono proiettate immagini di chiese distrutte e di icone dissacrate, il Cardinale Mauro Piacenza, presidente internazionale di Aiuto alla Chiesa che Soffre, ha parlato del martirio cristiano. "Facciamo memoria, questa sera, del sangue dei martiri cristiani, versato per la violenza degli uomini e il peccato nel mondo. Come sostiene Papa Francesco, anche il silenzio e l’omertà sono peccato".

E a spezzare il silenzio e l’omertà sono stati quattro testimoni che hanno ricordato altrettante storiedi martiri di oggi. Suor Hedez, religiosa del ramo contemplativo delle Missionarie della Carità, ha parlato delle sue quattro consorelle uccise a marzo in Yemen, "che nonostante avessero paura a vivere in quel paese, sono rimaste per servire gli ultimi fino alla fine". Poi il Prof. Shahid Mobeen, fondatore dell’Associazione Pakistani Cristiani in Italia, ha raccontato dell’impegno di Shahbaz Bhatti, ministro cattolico pachistano ucciso nel 2011, per le minoranze religiose e del coraggio di Asia Bibi, "simbolo della testimonianza di fede. Se si fosse convertita all’Islam, come le era stato chiesto, oggi sarebbe libera". Poi lo studente keniota, Luka Loteng, ha ricordato i 148 giovani cristiani uccisi lo scorso anno nella strage al Garissa University College in Kenya. Infine Maddalena Santoro, sorella di Don Andrea, ucciso in Turchia nel 2006, ha fatto memoria della missione di suo fratello "che pur consapevole delle difficoltà, ha sempre continuato il suo servizio nella terra degli apostoli che tanto amava".

Poi la presentatrice Monica Mondo ha introdotto il momento più emozionante della serata. Con il sottofondo di Bach, la fontana romana si è tinta in tutta la sua maestosità del rosso del sangue dei martiri. Un’immagine ripresa dai media italiani ed internazionali, che per una volta è riuscita a portare in prima pagina il martirio dei cristiani nel mondo.

PER NON DIMENTICARE I CRISTIANI PERSEGUITATI: L'INCONTRO AL GIORNALE

L'incontro per non dimenticare i cristiani sotto tiro è organizzato dagli Occhi della guerra per i reportage di qualità e si terrà nella sede de il Giornale in via Negri 4 alle 16 di domani. Il moderatore, Giovanni Masini, giovane giornalista, è da poco rientrato dal Kurdistan iracheno dove ha seguito una missione della Chiesa che soffre fra i rifugiati cristiani fuggiti davanti all'avanzata delle bandiere nere (GUARDA IL REPORTAGE).

Monsignor Audo parlerà della guerra in Siria, che ha provocato l'esodo: «I cristiani che potevano partire sono già partiti e gli altri cercano di lasciare il paese, soprattutto i giovani. È grande la paura che la nostra comunità possa scomparire». Per informazioni e per confermare la vostra presenza chiamate il numero 02.85.66.445 o scrivete un'email a donazioni@gliocchidellaguerra.it.

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