Francesco: "Non conoscevo la parola extracomunitario. Lottare contro il terrorismo delle parole"

Papa Francesco: "È difficile lottare contro questo terrorismo della lingua, delle chiacchiere, degli insulti"

Francesco: "Non conoscevo la parola extracomunitario. Lottare contro il terrorismo delle parole"

"C'è una parola in italiano che non conoscevo quando sono venuto le prime volte, extracomunitario, ma proprio questa crudeltà è quello che fa che tu che sei di un altro paese, diventi un extracomunitario, ti portano via dalla comunità, è una cosa contro cui dobbiamo lottare tanto". Lo ha detto Papa Francesco a una ragazza figlia di immigrati che a Bergamo ha subito episodi di razzismo e bullismo che l'hanno quasi spinta al suicidio. "Tu - le ha detto Francesco - sei stata molto coraggiosa. Ma è difficile lottare contro questo terrorismo della lingua, delle chiacchiere, degli insulti, di cacciare via la gente, con insulti o cose che fanno male al cuore".

"Si può perdonare totalmente?", si è chiesto Francesco. "È una grazia - ha spiegato ai ragazzi che partecipavano alla 'Festa degli italianì organizzata dalla Cei - che dobbiamo chiedere al Signore. Noi da noi stessi non possiamo. Facciamo lo sforzo, tu lo hai fatto ma è una grazia che ci dà il Signore: non è facile perdonare il nemico, quello che ti ha ferito, quello che ti ha fatto del male". Nella sua risposta il Papa ha evocato un concetto già proposto in altri contesti: "Le chiacchiere sono un terrorismo, è il terrorismo delle chiacchiere, la crudeltà della lingue o quello che tu hai sentito è come buttare una bomba e quello che la butta non si distrugge, questo è una cosa che noi dobbiamo vincere, e come si vince? Tu hai scelto la strada giusta, il silenzio, la pazienza, e hai finito con quella parola tanto bella, il perdono". Bisogna, ha sottolineato, rispondere con la mitezza a questo "terrorismo della lingua. Stare zitto, trattare bene gli altri, non rispondere con un'altra cosa brutta, ma fare come Gesù, che era mite di cuore, e noi viviamo in un mondo dove a un insulto rispondi con un altro, ci insultiamo uno con l'altro e ci manca la mitezza. Chiedere la grazia della mitezza di cuore e quella è anche una strada che pare la strada al perdono".

"Grazie - ha continuato Bergoglio rivolto alla ragazza figlia di immigrati - della tua testimonianza, tu parli di un problema molto comune fra i bambini e anche fra persone non bambini, la crudeltà. Guarda che anche i bambini sono crudeli talvolta e hanno quella capacità di ferirti dove più ti faranno male, di ferirti il cuore, di ferirti la dignità, di ferirti anche la nazionalità come è il tuo caso, e ti prendevano in giro con la lingua e le parole. Ma la crudeltà è un atteggiamento umano alla base di tutte le guerre".

"La crudeltà - ha concluso - che non lascia crescere l'altro, la crudeltà che uccide l'altro, la crudeltà che uccide anche il buon nome di un'altra persona, quando una persona chiacchiera contro un'altra è crudele, perchè distrugge la fama della persona". "Perdonare - ha poi concluso - non è facile.

Perchè uno può dire io perdono ma non mi dimentico, e tu sempre porterai con te questa crudeltà, queste terribili bruttezze che feriscono, e che cercano di buttarti via dalla comunità. Gesù dice porgi l'altra guancia, significa questo, lasciare nelle mani del Signore questa saggezza del perdono, che è una grazia, e noi faremo tutto il possibile per perdonare. Ti ringrazio della tua testimonianza".

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