Franzoni, la procura fa ricorso contro i domiciliari

La donna, condannata a 16 anni per la morte del piccolo Samuele, è uscita dal carcere il 26 giugno scorso

Franzoni, la procura fa ricorso contro i domiciliari

Finisce di nuovo al centro delle cronache Anna Maria Franzoni, uscita dal carcere di Bologna il 26 giugno scorso e tornata a casa, dove vive con il marito e i due figli. La procura generale di Bologna ha presentato ricorso contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza che ha accolto l’istanza di detenzione domiciliare speciale per la donna. La procura chiede che la Franzoni, condannata a 16 anni per l’omicidio del figlio, nel 2002, torni in carcere. Si discuterà del caso in Cassazione.

Nei motivi del ricorso la Procura generale sottolinea il fatto che la psicoterapia prescritta per la Franzoni (ritenuta dai giudici uno degli strumenti che permettono di contenere la pericolosità sociale della donna) può proseguire anche in carcere. Inoltre si sostiene che la detenzione domiciliare speciale non può essere concessa per chi ha figli con età superiore ai 10 anni, come nel caso del figlio minore della Franzoni, che ne ha 11. Il più grande, invece, ha 19 anni ed ha appena fatto la Maturità.

Dopo anni sotto i riflettori, alcuni dei quali trascorsi in galera (è stata condannata a sedici anni, confermati in Cassazione nel 2008) la Franzoni da due settimane è tornata a casa, nel piccolo paesino di Ripoli, sull’Appennino bolognese, dove deve finire di scontare la pena agli arresti domiciliari. Ha il permesso di uscire alcune ore al giorno, anche se trascorre quasi tutto il tempo in casa. Talvolta si allontana

538em;"> per seguire quelle sedute di psicoterapia che le sono state prescritte. Cerca un po' di normalità, da vivere nel suo paese di origine, da cui si era allontanata anni fa per andare a vivere a Cogne, in Valle d'Aosta.

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