La rivolta è iniziata in Friuli. Diversi agenti immobiliari si stanno battendo per mettere al riparo la loro professione dalle banche, ree, secondo gli intermediatori, di occuparsi della compravendita di case. Come dire, ognuno faccia il suo, senza calpestare il terreno dell’altro. Il consorzio Quore, gruppo che unisce nove agenzie di Udine, ha lanciato l’allarme: alcuni istituti di credito avrebbero cominciato a ficcare il naso nelle trattative immobiliari nel caso in cui il cliente non fosse in grado di rispettare il mutuo, riponendo così l’intera quota del prestito nelle casse della banca. "Così facendo si genera una situazione di concorrenza sleale", dichiara a ilFriuli.it il presidente Nicola Gussetti. “Si tratta del venir meno dell’obbligo di terziarietà che il mediatore deve avere per legge: immaginiamo un cliente che non riesca a far fronte al proprio debito nei confronti della sua banca e che la stessa poi si occupi della vendita dell’immobile dato in garanzia”, prosegue il numero uno di Quore, “in questa fase la banca non può essere considerata super partes, essendo ovviamente interessata in primis a salvaguardare la restituzione del credito concesso. Se gli istituti bancari entreranno nel mondo dell’intermediazione non saranno mai dei veri mediatori immobiliari, perché conoscono tutto delle finanze dei clienti e perché sono legati a loro, in qualità di creditori, con forti garanzie, quali ad esempio il vincolo ipotecario”.
Il consorzio ha già chiesto alle autorità competenti di prendere provvedimenti nei confronti delle banche che, a detta di Gussetti, potrebbero presto gestire anche la vendita e la rivendita degli immobili. In tutta Italia, non solo a nord est, si levano le prime grida di protesta. È attesa la replica degli istituti di credito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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