Mottarone, l'ultimo sospetto: registri falsificati per nascondere i guasti?

Il capo dell'impianto è accusato di aver annotato l'esito positivo dei controlli nonostante un rumore sospetto "che si ripeteva ogni due-tre minuti"

Mottarone, l'ultimo sospetto: registri falsificati per nascondere i guasti?

Le effettive condizioni della funivia del Mottarone potrebbero essere state alterate. Nella richiesta con cui si chiede la conferma del carcere, viene evidenziato come il registro giornale delle verifiche e prove giornaliere potrebbe essere stato falsificato. I dubbi sul documento, che riporta gli interventi a partire dal 7 ottobre 2020, sono emersi dopo le dichiarazioni di Gabriele Tadini: il capo servizio dell'impianto ha fatto sapere che anche il giorno precedente, sabato 22 maggio, "aveva evitato di togliere il 'forchettone', facendo viaggiare la cabina tutto il giorno con il sistema frenante inibito". E non l'avrebbe annotato sul libro giornale, "né avvisato nessuno".

La procura è pronta a dare il via libera a una serie di accertamenti irripetibili sul cavo spezzato per tentare di stabilirne la causa e l'eventuale collegamento con il malfunzionamento dei freni. L'intenzione è quella di far luce su quei registri non solo per accertate "la eventuale avvenuta alterazione anche di altre annotazioni, riferite a date ed eventi diversi", ma anche per stabilire il possibile coinvolgimento pure degli altri due indagati, "attesi i rispettivi ruoli, nella falsificazione del suddetto atto pubblico".

Quel rumore sospetto

Quella di manomettere il sistema frenante di sicurezza potrebbe essere stata un'abitudine ripetuta più volte nel tempo. Una soluzione che, secondo il procuratore capo di Verbania Olimpia Bossi, alla base ha "ragioni di carattere meramente economico" ma che comunque presenta un "assoluto spregio delle più basilari regole cautelari di sicurezza" che invece avrebbero potuto salvare le vite delle 14 vittime. L'obiettivo era quello di evitare il ripetersi di blocchi e di non interrompere il servizio ai danni dei passeggeri e dei turisti.

Tadini, riporta l'Adnkronos, avrebbe mentito negando di aver sentito dei rumori sospetti a poche ore dal disastro.

Tadini è accusato di falso perché nel registro giornale avrebbe annotato "l'esito positivo dei controlli" nonostante la presenza di un "rumore caratteristico riconducibile alla presumibile perdita di pressione del sistema frenante della cabina, che si ripeteva ogni 2-3 minuti". Da qui la decisione di lasciare inseriti i "forchettoni", proprio per ovviare al problema. Episodi che si sarebbero verificati almeno in due occasioni, ovvero il 22 e 23 maggio.

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