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Genova, chiesti 8 anni per terrorista marocchino, addestrava soldati

Chiesti 8 anni e 8 mesi per Nabil Benhamir, marocchino fedele all’Isis, arrestato nell’agosto del 2017. Aveva fatto ritorno in Italia per addestrare compagni, pronto per ricevere la chiamata dello Stato Islamico ed immolarsi

Genova, chiesti 8 anni per terrorista marocchino, addestrava soldati

Era stato arrestato a Genova nell’estate del 2017 il marocchino di 29 anni considerato come un “esponente di rilievo” dell’Isis, e nella giornata di ieri si è finalmente cominciato a parlare di condanna.

Nabil Benhamir, fedele al Califfato ed arruolato per numerosi conflitti in medio oriente dove si combatte la jihad, decide di fare ritorno in Europa ed immolarsi per lo Stato Islamico. Molte segnalazioni erano giunte in Italia dall’Agenzia informazioni e sicurezza interna (Aisi), dall’Fbi e dall’Europol, che vedevano le città di Genova e di Venezia come possibili rifugi del pericoloso terrorista.

Benhamir non aveva soltanto l’intenzione di uccidersi provocando una strage. Secondo quanto dichiarato dagli inquirenti, e riportato da “Il Secolo XIX”, il marocchino era tornato in territorio nemico “con l’obiettivo di addestrare altri membri dello Stato islamico alla fabbricazione e all’utilizzo di esplosivi.

Si trattava, dunque, di un pericolo enorme per il nostro Paese. Nascosto a Genova, nel quartiere Foce, Benhamir insegnava ai suoi compagni ad uccidere i cosidetti infedeli servendosi di mezzi di trasporto rubati o costruendo bombe artigianali.

A denunciarlo ed a mettere fine alla sua follia era stata la moglie, riuscita a fuggire dal suo ossessivo controllo ed a raggiungere la questura. La donna aveva raccontato agli agenti di essere stata tenuta segregata in casa, dove aveva subìto numerosi abusi e violenze corporali. Nell’agosto dello scorso anno era perciò avvenuto l’arresto, eseguito dagli uomini della Digos. Le indagini effettuate attorno alla figura di Benhamir da parte del corpo antiterrorismo avevano portato a galla anche qualcosa che andava ben oltre l’accusa di violenze domestiche.

Il marocchino, infatti, era a capo di una cerchia ristretta di 8 individui che comunicavano tramite Telegram e si definivano “Lupi solitari”. Sul gruppo Telegram venivano scambiati numerosi filmati nei quali era mostrato come costruire bombe utilzzando vecchi cellulari a mo’ di detonatori, oppure assemblare e controllare dei droni. Nello smartphone del marocchino, inoltre, furono trovati molti video nei quali si vedevano soldati dell’Isis impegnati a sgozzare o decapitare ostaggi.

Per oltre un anno il terrorista è rimasto dietro le sbarre del carcere in attesa della condanna. Ieri il pm genovese Federico Manotti, che da subito si è occupato del caso, ha chiesto per Benhamir la pena di 8 anni e 8 mesi da scontare in prigione.

Al processo si è presentato anche Francesco Cozzi, procuratore capo della città di Genova, e si sono costituiti parte civile la Presidenza del Consiglio ed il Ministero dell’Interno.

La sentenza definitiva arriverà tramite rito abbreviato il 27 di novembre.

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