Una giovane pakistana di 25 anni è stata liberata dai carabinieri di Busto Arsizio (Varese) dopo quattro anni di segregazione e riduzione in schiavitù da parte della famiglia di suo marito. Nelle scorse ore i militari hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di tutti i componenti della famiglia di pakistani (suoceri, marito, una sorella e il fratello), emessa dal gip del tribunale di Milano, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
Secondo quanto si apprende, una volta sposatasi con rito islamico in Italia (e poi con rito civile) a un connazionale, la ragazza è stata obbligata a svolgere tutte le faccende domestiche per ogni appartenente alla famiglia del marito sotto minaccia di morte e continue percosse. Per la giovane era impossibile uscire di casa o mettersi in contatto con l'esterno, fosse anche per una telefonata ai suoi genitori. Incinta di sette mesi la 25enne ha partorito prematuramente a inizio 2015 (forse a causa delle continue aggressioni fisiche). Tornata a casa, fin quando non aveva soddisfatto le richieste di tutti i familiari del marito, non le era permesso di tenere in braccio o allattare il suo bambino.
Riuscita a fuggire, la donna ha chiesto aiuto al fratello e
poi ai carabinieri. A seguito delle indagini dei militari, coordinati dalla procura di Milano, l'intera famiglia è stata ritenuta responsabile delle vessazioni fisiche e psicologiche ai danni della donna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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