Giudice libera uno stupratore egiziano: sarà vicino di casa della vittima

L'immigrato molesta una 25enne sotto a casa. Il giudice non lo arresta a pattio che non la veda più. Peccato che i due abitino nello stesso palazzo

Giudice libera uno stupratore egiziano: sarà vicino di casa della vittima

Ha evitato il peggio grazie a una gomitata ben assestata. L'ha colpito e si è barricata nell'appartamento. Quindi, ha chiamato la polizia (guarda il video) che ha subito fatto scattare le manette ai polsi dell'egiziano che l'aveva seguita, moltestata e palpeggiata fin sotto casa. Un incubo che adesso rischia di ripetersi perché il giudice, anziché assicurare alla giustizia l'immigrato, lo ha lasciato andare a patto che non veda più la 25enne. peccato che i due abitino nello stesso palazzo a Città Studio, quartiere di Milano.

La sentenza è di quelle che fanno discutere. Come può essere certo che l'egiziano, un pizzaiolo di 28 anni, essere così certo che non toccherà più la vicina di casa? Ovviamente non può. Anzi, è più che plausibile che una volta che se la ritroverà davanti - cosa molto probabile dal momento che i due vivono sullo stess pianerottolo - si farà nuovamente sotto. In quel caso la 25enne riuscirà ancora ad assestargli una sana gomitata e a stenderlo prima che questo la violenti? L'immigrato è stato, infatti, arrestato con l'accusa di violenza sessuale. Quando sabato scorso i carabinieri sono intervenuti intorno alle 2 di notte, hanno potuto accertare che l'egiziano aveva messo le mani addosso alla ragazza. l'ha aggredita mentre rientravano nel palazzo e l'ha molestata palpeggiandola. "La vittima - raccontano gli inquirenti - è scappata verso il suo appartamento, ma è stata raggiunta e di nuovo molestata". Infine è riuscita a divincolarsi, colpendo l'aggressore con una gomitata, ed è entrata in casa, da dove ha chiamato la polizia.

Finito l'incubo dell'aggressione, se ne è aperto un altro.

Il magistrato ha, infatti, rimesso in libertà l'egiziano, con il divieto di incontro con la vittima nonostante i due vivano sullo stesso pianerottolo. Una sentenza assurda e pericolosa che non garantisce la sicurezza della vittima.

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