Caro direttore,
è una donna l'anestesista dell'ospedale di Codogno che ha saputo, per prima in Italia, riconoscere un caso di Coronavirus. Sono donne le tre ricercatrici italiane dell'Istituto Spallanzani che hanno isolato il virus. Sono numerosissime le dottoresse, le infermiere, le volontarie impegnate nella sanità pubblica e in quella convenzionata che stanno combattendo con professionalità, dedizione e altruismo questa sfida inedita. Molte di loro, nonostante oggi sia domenica e sia anche la loro festa, stanno continuando anche in questo momento ad aiutare gli altri. Sono donne, non dimentichiamole, le mamme e le nonne sulle quali ricade in modo prevalente il peso di una scelta difficile ma necessaria come la chiusura delle scuole.
In questo grave momento per la Nazione tutte le donne italiane, ma in particolare quelle in prima linea nella lotta alla malattia, meritano davvero la nostra più profonda gratitudine.
Naturalmente conosco bene e apprezzo moltissimo l'impegno dei medici, degli scienziati, delle forze dell'ordine, dell'apparato dello Stato, del mondo del volontariato, a prescindere dal genere.
Ma ogni uomo sa bene, anche se spesso purtroppo lo dimentica, che una donna che ricopra qualsiasi ruolo - in questo o in qualunque altro campo - deve faticare ogni giorno molto più rispetto ad un uomo. E questa è, per la nostra società, una forma di puro autolesionismo che limita l'apporto delle donne, priva la comunità dell'impegno, dell'intelligenza, della creatività e del talento di molte di loro, costrette a sacrificare le loro ambizioni e le loro potenzialità per scegliere la maternità e preservare la vita familiare.
Questa è una evidente ingiustizia, che viola la nostra Costituzione e lo stesso principio fondante della nostra società liberale e cristiana, quello dell'assoluta uguaglianza di opportunità fra gli esseri umani.
Non è un problema solo italiano, anzi nel mondo esistono modelli di Stato e di società, molti diversi dalle libere democrazie dell'Occidente, nelle quali la donna subisce discriminazioni formali e sostanziali e addirittura violenze molto più gravi.
Tuttavia anche l'Italia deve ancora fare molta strada, nell'interesse di tutti, non solo delle donne: utilizzare appieno le capacità, la forza, la sensibilità, la consapevolezza delle donne in ogni settore della vita economica e civile consentirebbe probabilmente all'Italia di ricominciare a crescere, un'esigenza ancora più drammaticamente urgente dopo la crisi che si delinea in queste settimane. Per raggiungere questo obbiettivo non bastano le mimose o i regali (che però è bene non dimenticare, soprattutto oggi!): occorre uno sforzo in più sia dal punto di vista legislativo che da quello culturale.
Su questi temi Forza Italia è certamente all'avanguardia, nessuno ha fatto quanto noi per valorizzare il ruolo delle donne in politica: siamo l'unico partito nella storia della Repubblica ad avere voluto due donne alla guida dei gruppi Parlamentari a Camera e Senato, una donna alla Presidenza del Senato (è la prima volta nella storia che questo avviene), una donna alla Vice Presidenza della Camera. Il Coordinamento di Forza Italia, il massimo organismo che mi coadiuva nella guida del Movimento, è costituito da tre donne su cinque componenti. Sono stati i nostri governi, su impulso di Forza Italia, ad approvare leggi importantissime come quella sulle quote rosa nei consigli di amministrazione e quella che ha istituito il reato di stalking. È stata la maggioranza di centrodestra, ancora su impulso di Forza Italia, a cambiare la Costituzione introducendo all'art. 51 il dovere della Repubblica di promuovere le pari opportunità. Oggi Forza Italia lavora per una serie di innovazioni, per il superamento delle indegne disparità salariali e pensionistiche, per garantire la pensione anche alle casalinghe, le nostre mamme, che hanno dedicato alla famiglia una vita di lavoro e di sacrifici, per un vero welfare della famiglia che consenta alle donne di non dover scegliere fra lavoro e cura dei propri affetti, per favorire il lavoro e l'imprenditorialità femminile. In questo spirito nel quadro di un generale rinnovamento di Forza Italia abbiamo deciso di rilanciare il nostro movimento femminile, Azzurro Donna, affidandone la guida all'onorevole Catia Polidori, una brava imprenditrice e una esperta parlamentare, che in questi mesi ne ha ridisegnato la struttura, scegliendo validissime responsabili regionali e provinciali. Sarò presto con loro per presentare al Paese le loro idee, le loro proposte, le loro battaglie che saranno anche le idee, le proposte e le battaglie di tutta Forza Italia.
A tutte le donne d'Italia, a ciascuna di voi, auguro che possiate realizzare i progetti e i sogni che portate nella mente e nel cuore per voi e per le persone che amate.
Un forte, affettuoso abbraccio.
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