La guida autonoma può ridurre gli sprechi Ma è solo l'inizio

La sperimentazione di Bosch che ha investito sul progetto ingenti risorse. I vantaggi in termini di consumi ed emissioni

Boxberg (Germania)Un contributo importante al miglioramento dell'efficienza energetica delle auto potrà arrivare in futuro non solo dai sistemi di propulsione ma anche dalla guida automatizzata. Ne è convinta Bosch, il colosso tedesco della componentistica, che già da quattro anni ha messo in campo un programma di sviluppo dei più avanzati sistemi di assistenza alla guida a cui lavorano due team dedicati, uno in Germania e l'altro in California, nel quale sono coinvolti ben duemila tecnici. L'investimento in ricerca e sviluppo di 5 miliardi prevede anche a produzione, entro il 2020, del primo pilota automatico per la guida in autostrada, un sistema che, fino alla velocità limite e in tutta sicurezza, permetterà di togliere le mani dal volante e i pedi dai pedali, salvaguardando la possibilità di riprendere in ogni caso e in qualsiasi momento il controllo del veicolo.

La motivazione principale per il passaggio alla guida autonoma è, secondo Bosch, la sicurezza stradale. Ma dalla capacità dei veicoli di accelerare e frenare secondo necessità e di adeguarsi istantaneamente ai flussi di traffico, meglio di quanto non sappia fare l'uomo, deriveranno notevoli vantaggi anche in termini di consumi ed emissioni. Il risparmio che si può ottenere con una guida accorta risulta già evidente oggi, sia al volante delle vetture con tradizionali motori a combustione interna sia delle ibride e, soprattutto in termini di autonomia, delle elettriche pure. L'automazione può dare un ulteriore contributo, facendo leva sull'utilizzo combinato di sensori, telecamere e radar, ma soprattutto di soluzioni per la connettività che permettano di ricevere in tempo reale i dati su traffico, ingorghi e incidenti e di adattare conseguentemente la strategia di guida. Ben lo sanno e proprio per questo hanno cominciato a guardare con interesse all'industria dell'auto aziende come Google, che alla connessione a Internet devono la loro fortuna. Ma aldilà delle suggestioni che suscita l'argomento, a che punto è realmente lo sviluppo della guida automatizzata?

Siamo andati a scoprirlo sul percorso di prova della Bosch a Boxberg, nei pressi di Stoccarda, dove l'azienda può sperimentare le proprie soluzioni al riparo da occhi e orecchie indiscreti. Trovarsi di fronte a una Bmw Serie 3 Touring, per la precisione una 325d, stracarica di telecamere, antenne, sensori e centraline di controllo e comando che riempiono addirittura il bagagliaio fa già un certo effetto. Ma ancora di più vedere che, una volta verificati dai computer i vari parametri e innestata la geo-localizzazione, la vettura accelera, frena e sterza veramente da sola. Non esattamente come faremmo noi al volante, perché nonostante l'impiego delle tecnologie più avanzate, qualche ritardo nel reagire alle variazioni della strada lo evidenzia, soprattutto nella conduzione delle curve strette, ove tende ad allargare la traiettoria per poi correggerla.

Un altro limite è la tendenza a reagire in maniera fin troppo repentina all'avvicinamento a una vettura che precede, specie alla «non guida» di un altro modello di serie trasformato in prototipo: la Tesla S, che in quanto elettrica mette a disposizione istantaneamente l'intera coppia, mettendo a

dura prova l'elettronica di controllo. E questo comportamento non aiuta a consumare e inquinare meno, anzi. Ma sono piccoli difetti di gioventù, che è bene emergano adesso, onde porvi tempestivamente e adeguatamente rimedio.

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