Dopo l'estate ci hanno detto che dovevamo chiudere tutto perché avevamo preso sul serio il bonus vacanze. Poi hanno dipinto l'Italia a colori e ci hanno detto che bisognava chiudere per salvare il Natale. Appena finito di addobbare l'albero ci hanno detto che a Natale bisognava chiudere tutto perché irresponsabilmente avevamo preso sul serio il cashback, eravamo andati a fare shopping e ora pretendevamo di fare il cenone. Trascorse le feste ci avvisano che bisognava chiudere tornando ai colori perché avevamo fatto troppi bagordi natalizi. Colori uguali a quelli di prima, ma con significati diversi tanto per semplificare. Ora pare che i numeri stiano migliorando e, senza fare un plissè, ci dicono che le «severe misure prese durante le feste stanno funzionando». E così siamo passati direttamente dal sistema dei colori a quello delle palle di Natale. Da quanto guidiamo a fari spenti nella notte del Covid? Ormai nulla più ci indica la strada se non la rassegnazione. All'inizio sono saltate le mascherine. Poi sono arrivate la mascherine ma era sbagliato il prezzo. Poi sono venute a mancare le terapie intensive. Poi sono arrivate le terapie intensive ma mancavano i tamponi. Poi sono arrivati i tamponi ma non c'era il tracciamento. Poi servivano i banchi con le rotelle per tornare a scuola. Poi ha riaperto la scuola ma non c'erano i banchi a rotelle. Poi sono arrivati i banchi a rotelle ma non c'era più la scuola. Poi è arrivata l'app Immuni ma non c'era il call center. Poi è arrivato il call center ma non avevano chiesto l'autorizzazione per la privacy. Allora è saltato il tracciamento e sono arrivati i colori. Poi sono saltati i colori perché era Natale. Poi è saltato il Natale perché non avevamo rispettato i colori. Poi sono tornati i colori perché avevamo mangiato troppo a Natale. Poi sono arrivati i vaccini ma non c'erano le siringhe. Poi sono arrivate le siringhe ma non c'erano i vaccinatori. Poi sono arrivati i vaccinatori ma non c'era più il vaccino.
Ci svegliamo ogni giorno cercando di immaginare cosa mancherà oggi, cosa abbiamo fatto di male per cui bisogna chiudere. L'unica certezza: se tutto va male è colpa nostra. Se va bene è merito del governo. Poi dicono che il lockdown è monotono.
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