"I no vax occupano posti nelle terapie intensive". Pressing per l'obbligo vaccinale

"La responsabilità è di chi ha rifiutato il vaccino". Sergio Abrignani, immunologo dell'Università Statale di Milano, ribadisce la sua posizione sull'obbligo vaccinale

"I no vax occupano posti nelle terapie intensive". Pressing per l'obbligo vaccinale

I contagi stanno aumentando esponenzialmente a causa della variante Omicron. Solo il 23 dicembre sono stati registrati in Italia 44mila nuovi positivi. Per questo motivo, Sergio Abrignani, immunologo dell'Università Statale di Milano, ha ribadito, dal suo punto di vista, la necessità dell'obbligo vaccinale. "Il virus non lascia il tempo per convincere i non vaccinati, sta correndo velocissimo", ha dichiarato intervistato dal Corriere della Sera.

Abrignani è sempre più convinto di questa idea soprattutto perché l'80% dei posti letto in terapia intensiva sono occupati dai no vax. Per questo motivo, in vista di un possibile cambio colore delle Regioni, va giù duro: "Se le Regioni dal giallo passeranno all'arancione, e speriamo non al rosso, la responsabilità sarà in gran parte di chi ha rifiutato la profilassi anti Covid". E aggiunge: "I dati dell'Istituto superiore di sanità ci dicono che una persona non immunizzata di 80 anni ha un rischio 85 volte più alto di finire in terapia intensiva rispetto a un vaccinato. Il rischio è 13 volte più alto tra 60 e 79 anni e 6 volte maggiore tra 40 e 59. Vogliamo ancora parlare di persuasione?".

Resta però il fatto che non tutti quei tre milioni di over 50 non vaccinati sono mossi da ideologia. Molti hanno deciso di non vaccinarsi a causa della paura. Abrignani anche nei loro confronti resta intransigente: "Il virus non fa distinzioni tra ideologia ed esitazione. Io posso comprendere chi ha dubbi mentre non giustifico chi in una situazione tanto critica per il Paese, dopo due anni di pandemia, nutre certezze paranoidi: chi dice che il vaccino modifica il Dna e rende sterili, chi blatera su un complotto mondiale di big pharma per il controllo dei popoli, chi sostiene che le bare di Bergamo erano vuote". Per questo motivo ribadisce ancora una volta il suo favore all'obbligo vaccinale. Se tutti gli italiani fossero vaccinati, spiega l'immunologo dell'Università Statale di Milano, i letti occupati in terapia intensiva sarebbero il 20-25% degli attuali e l'Italia sarebbe tutta quanta in zona bianca. "Sui 3 milioni circa di over 50 non vaccinati, 1,4 milioni sono over 60, l'8% circa della popolazione totale di questa età. Una minoranza che però riempie le rianimazioni e condiziona la vita del 92% che adempie al dovere".

Riguardo la variante Omicron e le previsioni sui contagi disattese ha affermato che con questo virus si rischia di essere smentiti ogni giorno. Allo stesso tempo però, nonostante la sua grande capacità di contagio, si presenta sulle persone con sintomi lievi e non preoccupanti. Consiglia, inoltre, qualora si venisse a contatto con un positivo, di fare il tampone dopo 4-5 giorni e soprattutto se lo impone la legge. Importante non abusarno facendosi prendere dall'ansia.

In merito a Israele, sempre più intenzionato a raccomandare la quarta dose a over 60, immunodepressi e operatori sanitari già a 4 mesi dall'ultimo richiamo, anticipando di fatto la quinta ondata, Abrignani dichiara: "La terza dose fa parte del classico schema vaccinale usato da decenni, mentre ad una

quarta si dovrebbe ricorrere quando si dovesse osservare che 4-5 mesi dopo il richiamo i vaccinati si reinfettano. Ciò può avvenire per un calo della memoria immunologica e sarei sorpreso se si verificasse così presto".

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