Una quarantina di migranti afghani e pachistani sono arrivati ieri a Gorizia, città da tempo sottoposta a un'intensa pressione migratoria.
La notizia non sorprenderebbe più di tanto se non fosse per un dettaglio che è invece allarmante: i profughi giunti ieri nel capoluogo isontino provengono, pare, dalla Germania. Il che significa una cosa sola: i migranti che si presentano ai confini tedeschi e ne vengono respinti cercano la via dell'asilo più facile. Cioè quella dell'Italia.
Al momento, scrive il triestino Il Piccolo, non è ancora chiaro se i quaranta di ieri siano stati effettivamente respinti dalle autorità germaniche o se abbiano scelto spontaneamente il nostro Paese nella speranza di un iter legislativo più semplice. Fatto sta che poco cambia.
La Germania, come già dichiarato dal ministro dell'Interno Thomas de Maizière, sta preparando un giro di vite sull'accoglienza: chi non gode delle condizioni necessarie alla concessione dell'asilo non si aspetti sconti né favori. "Assieme al governo di Kabul, con cui siamo in contatto - ha spiegato de Maizière - lavoreremo per il rientro dei migranti afghani nel loro Paese: molti appartengono al ceto medio e riteniamo che debbano rientrare in patria per partecipare alla ricostruzione del loro Paese".
A febbraio eravamo già stati a Gorizia per raccontare il fenomeno dei richiedenti asilo che si recavano nel capoluogo isontino per ottenere quella protezione che era stata loro negata in Gran Bretagna, in Danimarca o in Norvegia. Nove mesi però sono passati - nove mesi che hanno visto una vera e propria rivoluzione nella storia moderna dei flussi migratori. Se la fama di Gorizia come centro dove è più facile ottenere l'asilo dovesse sopravvivere per la città affacciata sulle rive dell'Isonzo si preannunciano tempi bui.
Il direttore della Caritas diocesana don Paolo Zuttion annuncia che tutti i 590 profughi ospitati in provincia hanno un tetto sopra la testa, ma al tempo stesso ammonisce: "Non vorrei che questa fosse la calma prima della tempesta".
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