Immigrati, muore sul gommone e viene dato in pasto agli squali

Drammatico racconto dei compagni di traversata. Ieri sera 1200 sbarcati al porto di Palermo

Immigrati, muore sul gommone e viene dato in pasto agli squali

Tentava la traversata in mare, verso l'Italia, ma non ce l'ha fatta. Come tanti prima di lui. Lo scafista ha gettato il corpo in mare e gli squali, che seguivano il gommone, hanno dilaniato il corpo. Il racconto, drammatico, è stato fatto dagli altri disperati che erano a bordo del natante. La polizia di Ragusa ha fermato lo scafista, originario della Guinea, il 14° dall’inizio dell’anno, per lo sbarco di ieri a Pozzallo. All’uomo vine contestato il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ma anche la morte, seppure non voluta, del disperato che tantava di raggiungere l'Italia. Sarebbe sopraggiunta, come in molti altri casi, dopo le forti esalazioni di benzina che si era rovesciata dalle taniche per il mare mosso.

A Palermo sbarcati 1200 profughi

Sono sbarcati nella notte, al porto di Palermo, i quasi 1.200 immigrati soccorsi ieri da una nave della Guardia costiera. Tra i profughi arrivati nel capoluogo siciliano ci sono anche una cinquantina di bambini e 298 donne, tredici delle quali in stato di gravidanza. I migranti provengono prevalentemente dalla Siria, dall’Eritrea e dalla Somalia. Mobilitata una task force per gestire l'emergenza, con i funzionari del Comune che si occupa dei minori stranieri non accompagnati, dell’Asp, della Croce rossa e della Protezione Civile. La Caritas ha fornito pasti, acqua, scarpe e coperte e ha approntato alloggi per alcune centinaia di profughi nei centri di accoglienza di Giacalone e Trabia, entrambi riaperti in emergenza. Nell’area esterna del centro di Giacalone sono state montate tende della protezione civile. È il primo sbarco di immigrati quest’anno a Palermo.

Al porto di Trapani, invece, poco prima delle 22 di ieri sono arrivate

otto delle nove salme dei profughi recuperati dalla Guardia Costiera dopo il naufragio di un barcone a un’ottantina di miglia dalle coste libiche. Sei salme sono state portate al cimitero di Trapani e altre due all’obitorio.

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