Il Mare Mediterraneo torna a tingersi di sangue. Dopo la terribile carneficina dei clandestini musulmani che su una barca avevano ammazzato un gruppo di cristiani, oggi un altro natante che puntava verso l'Italia è stato il drammatico teatro dell'ennesima tragedia dell'immigrazione. Un clandestino è morto e un altro è rimasto gravemente ferito nel corso di una sparatoria avvenuta a largo della Libia. Le due vittime viaggiavano su un barcone che si stava dirigendo verso le coste italiane. Il ferito è stato trasferito in elicottero a Lampedusa.
A sparare contro il gommone, che trasportava oltre 150 immigrati, sarebbe stato il personale di una motovedetta libica. La ricostruzione fornita dagli altri disperati che si trovavano sul natante è ora al vaglio della procura di Agrigento che, dopo aver ascoltato i testimoni, ha aperto un fascicolo contro ignoti. L'immigrato ferito nello scontro a fuoco ha raccontato che, dopo poche miglia di viaggio, il gommone è stato avvicinato da un natante con miliziani a bordo che avrebbero chiesto denaro ai clandestini. Al loro diniego i miliziani hanno esploso alcuni colpi d’arma da fuoco. Dopo gli spari l’imbarcazione è stata raggiunta e soccorsa da una nave della Marina militare che per trasportare il ferito ha fatto levare in volo un elicottero. I reati ipotizzati dal procuratore di Agrigento Renato Di Natale sono tentativo di omicidio e omicidio. Un responsabile dalla Guardia costiera libica ha negato che suoi uomini o anche militari della Marina abbiano sparato al gommone.
"La Guardia costiera libica - ha detto il colonnello Reda Issa, comandante delle motovedette del 'Settore centrale' libico - non spara mai contro imbarcazioni di migranti e anche la Marina libica non ha sparato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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