Immigrazione: circa 90mila gli irregolari entrati in Italia nel 2021

Dai dati redatti dal Dis e consegnati al Parlamento emerge che la rotta del Mediterraneo centrale è quella più seguita dai trafficanti di esseri umani

Immigrazione: circa 90mila gli irregolari entrati in Italia nel 2021

Sono dati allarmanti quelli che riguardano il fenomeno dell’immigrazione irregolare verso l’Italia presentati dal Dipartimento delle informazioni per la sicurezza al Parlamento. Non che ci si aspettasse dell’altro, dal momento che gli arrivi sono stati per la maggior parte delle volte documentati, ma analizzare la conta in modo ufficiale e ripercorrere le rotte seguite dai migranti pone sempre di fronte a riflessioni e nuove analisi. Sono quasi 90mila nel 2021 i migranti irregolari che sono entrati sul suolo italiano. E di questi, a detenere il primato sono i tunisini: più di15mila. In incremento anche gli arrivi dall’area balcanica.

La rotta del Mediterraneo centrale al primo posto

La rotta del Mediterraneo centrale rimane quella maggiormente seguita con barchini e gommoni in partenza dalla Turchia e dalla Libia che sbarcano in Italia per accedere alle porte d’Europa. Sono 15.671 i tunisini arrivati nel 2021, seguiti dai 8.532 egiziani e dai 3.915 iraniani. “Instabilità politica- spiegano gli intelligence- conflitti armati, incremento demografico, cambiamento climatico, precarie condizioni socio-economiche ed effetti della crisi sanitaria da Covid-19 hanno inciso, quali fattori di innesco, sull'andamento dei flussi dell'immigrazione irregolare in direzione dell'Italia”.

Le partenze dalla Libia e dalla Tunisia e gli sbarchi in Sicilia

Gli 007 hanno sottolineato “l'attivismo di formazioni criminali in Libia e l'esistenza di sinergie operative tra network libici, formazioni tunisine ed espressioni criminali dei Paesi di provenienza dei migranti, ovvero trafficanti di nazionalità bangladese, etiope, eritrea, egiziana e sub-sahariana”. Diverso invece il flusso tunisino che “si è confermato prevalentemente autoctono, ma con una crescente presenza di elementi sub-sahariani intenzionati a raggiungere le nostre coste a causa dell'instabilità socio-economica in cui versa il Paese". Dall’Africa settentrionale sono due i punti principali di partenza con direzione la Sicilia: Biserta e Sfax.Nel primo caso la traiettoria seguita è quella che permette di arrivare nelle coste sud- occidentali della Sicilia. Questo viaggio implica maggiori costi perché si parte a bordo di piccole imbarcazioni difficilmente rilevabili dal dispositivo dei controlli nazionali. Da qui il fenomeno degli “sbarchi fantasma” con la possibilità di approdare sulla terraferma in modo silente per raggiungere poi altre destinazioni. Nel secondo caso invece, si sbarca a Lampedusa. E qui, ovviamente, nulla avviene in modo silente. Per la precisione, gli arrivi via mare hanno sforato quota 67mila, mentre quelli via terra una cifra superiore ai 10mila.

Cresce la rotta balcanica

Dalla relazione degli intelligence emerge un incremento di migranti che hanno seguito la rotta balcanica. La Turchia è quindi il terzo Paese di partenza dopo Libia e Tunisia."Le evidenze- si legge nella nota- parlano di un incremento dei flussi migratori che, dal territorio turco, attraverso le direttrici balcaniche terrestri si dirigono in territorio nazionale, oltrepassando il confine italo-sloveno”. Per quanto concerne i network criminali è stato rilevato “Un persistente attivismo delle reti di facilitatori, prevalentemente di nazionalità afghana e pakistana, dediti al trasferimento di migranti di provenienza mediorientale e centro-asiatica".

Particolare attenzione informativa è stata dedicata anche all’Afghanistan. Da qui “promanano correnti migratorie che interessano tanto la rotta del Mediterraneo Orientale che quella balcanica terrestre.

Se rispetto a esse- continua la relazione- non si sono registrati significativi scostamenti rispetto al trend migratorio dell'anno precedente, l'intelligence ha comunque accresciuto la sua attività di monitoraggio a seguito della presa del potere da parte dei Talebani".

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