Grave episodio di compravendita di un bambino avvenuto in India, presso una struttura di accoglienza gestita dalle suore dell’organizzazione creata da Madre Teresa.
Protagoniste della triste vicenda, e principali indagate, sono proprio una delle suore ed un’impiegata laica che lavora nel medesimo Centro.
L’accusa è stata mossa da una coppia di genitori adottivi, che avrebbero rivelato alla Polizia di aver versato la somma di 120mila rupie, pari a circa 1800 dollari americani, proprio all’impiegata dell’organizzazione. Quest’ultima, che operava in un centro d’accoglienza per ragazze-madri gestito proprio dalle “Missionarie della Carità”, avrebbe fatto da intermediaria per far loro avere un bambino partorito da una delle ospiti solo 14 giorni prima.
Dopo aver pagato la somma pattuita, tuttavia, i genitori adottivi si sarebbero visti portar via il piccolo dalla stessa impiegata che glielo aveva fatto avere; ora si trova ospite presso un centro pubblico di assistenza.
Come riportato da “Il Messaggero”, l’associazione religiosa ha fatto sapere che le indagini svolte tra le missionarie all’interno della struttura non hanno avuto alcun riscontro: “Non c'è stata nessuna vendita, perché le missionarie hanno smesso di affidare bambini in adozione tre anni
fa”. Nonostante la presa di distanza dall’accusa di aver incassato del denaro in cambio di adozioni, la Polizia, durante le indagini, ha comunque trovato 1400 dollari nelle tasche di una delle indagate.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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