Inferno di fuoco a Taggia, brucia autodemolitore

Il fuoco ha anche fatto crollare un solaio di circa cento metri quadrati, sul quale c’erano le moto. Due le persone intossicate, tra cui un vigile del fuoco, portate in ospedale a causa della spessa coltre di fumo che si è levata in cielo.

Inferno di fuoco a Taggia, brucia autodemolitore

E’ un vero e proprio inferno di fuoco quello che si è abbattuto, verso le 12, a Taggia, con un incendio divampato all’interno dell’autodemolitore “Santamaria”, in regione Licheo. Dieci auto e venticinque tra moto e scooter sono andati in fiamme, nel giro di poche ore. Così come un centinaio di pneumatici. Il fuoco ha anche fatto crollare un solaio di circa cento metri quadrati, sul quale c’erano le moto. Due le persone intossicate, tra cui un vigile del fuoco, portate in ospedale a causa della spessa coltre di fumo che si è levata in cielo.

Le operazioni di spegnimento delle fiamme hanno visto in azione ventinove vigili del fuoco, adiuvati da quattordici mezzi provenienti da tutta la provincia di Imperia e di rinforzo anche da Savona. Riguarda le cause, sembra confermata l’ipotesi accidentale dovuta forse a una scintilla partita durante alcuni lavori sui mezzi, ma saranno necessari ulteriori accertamenti per averne conferma. Nel pomeriggio, intanto, sono iniziate le operazioni di bonifica e di smassamento, che proseguiranno anche nella giornata di domani.

A scopo cautelativo è rimasta chiusa per quattro ore la strada provinciale della Valle Argentina, che è stata riaperta a senso unico alternato nel pomeriggio; mentre il sindaco di Taggia, Mario Conio, ha firmato un’ordinanza con cui vieta in via precauzionale, e in attesa dei risultati del monitoraggio della zona da parte dell'Asl 1 e dell'Arpal: l'utilizzo dell'acqua ad uso potabile proveniente sia dai rubinetti che da altre fonti, tipo fontanelle, casette dell'acqua e via dicendo (neppure previa bollitura) su tutto il territorio comunale e la chiusura

delle finestre nel raggio di cinquecento metri dal luogo dell'incendio. Divieto per giorni tre, con decorrenza dalla data di pubblicazione dell'ordinanza, di raccolta e consumo di ortaggi, frutta e altri prodotti della terra.

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