Le iniettano sangue infetto e contrae l'epatite, risarcita dopo 40 anni

La storia di una donna di Reggio Emilia, che subì un intervento di asportazione dell'utero nel 1977 contraendo poi l'epatite C: risarcita solamente ora

Le iniettano sangue infetto e contrae l'epatite, risarcita dopo 40 anni

Ha contratto l'epatite C a causa di una trasfusione di sangue infetto: per fortuna è guarita ma per ottenere il risarcimento dei danni irreparabili che il suo fisico ha subìto ha dovuto aspettare quarant'anni.

Una storia di malasanità che arriva da Reggio Emilia e dal centro Italia. Una storia che parla di un intervento di asportazione dell'utero eseguito nel 1977: un'operazione a cui seguì una trasfusione di sangue, che però non fu perfetta e costò alla donna la contrazione dell'epatite C, le cui conseguenze non la abbandonano nemmeno oggi. La donna infatti ha iniziato a sospettare che qualcosa non andasse quando ha contratto una malattia infettiva senza mai essersi esposta ad alcun rischio diretto.

La donna, racconta la Gazzetta di Reggio, ha intentato una causa civile contro il ministero della Salute non appena ha accertato le cause del proprio malessere grazie alla diagnosi effettuata in un centro epatologico specializzato, vedendosi riconoscere un risarcimento di 80 mila euro oltre ad altri 20mila euro per ciascuno dei due figli.

"Si tratta di una sentenza particolare perché il caso è datato 1977 ma il risarcimento è stato riconosciuto anche ai congiunti – spiega l’avvocato Oreste Grazioli, legale della famiglia – La mia assistita è venuta a conoscenza della patologia ed è stata

avviata la causa nel 2013, prima della scadenza della prescrizione. L’isterectomia era stata effettuata all’ospedale di Anagni, in provincia di Frosinone, dove si era recata all’epoca, subendo un danno praticamente indelebile."

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