"Io, malato di Sla, vi dico che la vita è meravigliosa"

Marco Sguaitzer, malato di sla, dice la sua riguardo a eutanasia e politica: "Siamo indietro anche per colpa della Chiesa"

"Io, malato di Sla, vi dico che la vita è meravigliosa"

Eutanasia, un argomento tanto delicato quanto discusso. In Italia non è ancora possibile accedere a questa pratica. Come è accaduto negli ultimi tempi - prima con Fabiano Antoniani conosciuto come “Dj Fabo" e poi con Davide Trentini - l’unica soluzione è recarsi in Svizzera.

La parola questa volta va però a Marco Sguaitzer mantovano affetto ormai da anni da Sla. Sguaitzer ha una concezione ben precisa della politica italiana che spesso mostra delle lacune come negare l’eutanasia: “Non ho mai amato la politica, considero i politici succubi dei rispettivi partiti. Possono essere persone meravigliose, fuori, ma in Parlamento si assoggettano alle esigenze del partito. Cresciuto con veri fuoriclasse della politica, Moro, Berlinguer, Almirante, quando esistevano destra, centro e sinistra. Rispetto ed ideali esistevano ancora. Oggi, perdonatemi, non ci sono manco le torte per noi cittadini, per qualcun altro sì. Meglio che mi fermi qui”. Ma secondo Sguaitzer a giocare un ruolo decisivo e ad avere l’ultima parola sull’argomento eutanasia, è la Chiesa che ancora oggi ritiene immorale questa pratica, motivo per il quale in Italia “anche su questo aspetto siamo indietro”.

L’uomo si rivolge poi a tutti coloro che devono recarsi all’estero per poter finalmente smettere di soffrire definitivamente: “Il fatto terribile è non poterlo fare dignitosamente, ma come dei reietti. Io però in merito all’eutanasia, la penso diversamente, la vita è meravigliosa, anche in condizioni di disagio estremo e io ne so qualcosa. Scopri nuove prospettive di vita, basta averne il desiderio. Personalmente oggi mi sento un uomo migliore di ieri. Certo, chi ti sta attorno ha un’importanza fondamentale. Persone amate positive consentono di superare i momenti di sconforto. Ed in questo sono stato estremamente fortunato, come sempre nella vita, conoscendo la mia metà, Aiste”.

Sguaitzer è costretto a letto ormai da tempo riuscendo a comunicare solo attraverso la scrittura e attraverso “gli occhi e la voce” dei suoi amici

e di chi gli sta accanto. Una persona carica di positività che ha deciso di non darla vinta alla malattia ma di convivere con questa “Senza limite alcuno”, uno stile di vita che è diventato anche il titolo del suo libro.

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