Sono due le facce del corteo «Mai con Salvini» organizzato oggi a Napoli. Da una parte il volto colorato composto da giovani e meno giovani che hanno mostrato il proprio dissenso pacifico contro il leader della Lega, ma dall'altra c'è il volto oscuro della protesta, quello fatto di decine di antagonisti vestiti completamente di nero, con volti coperti e caschi. E da questa frangia che sono stato aggredito, prima che scoppiassero i violenti scontri con le forze dell'ordine. Tutto sembrava tranquillo mentre la marcia scorreva lungo viale di Augusto, ma ad ogni metro percorso il colore nero si faceva sempre più presente all’interno del cordone. E’ proprio in quel momento che, mentre facevo delle riprese al corteo in sfilata, circa quattro anonimi con il volto coperto, intimandomi di fermare le riprese, mi hanno spinto, gettandomi a terra e scaraventando la telecamera al suolo. Il tutto mentre venivo preso a pugni in testa. Soltanto per delle riprese video. Solo perché un giornalista stava svolgendo il suo lavoro. È stato poi l'intervento di alcuni militanti più «esperti» a fermare la violenta furia contro una persona inerme. Ma nessuno ha condannato l’episodio, giustificato affermando che «è normale che ti picchino, non puoi avvicinarti così tanto a noi. Vai via e zitto».
Ma quello era solo l'antipasto della inaudita violenza scatenata solo alcuni minuti dopo dai black bloc per quasi un'ora contro polizia e carabinieri. Molotov, bombe carta, fumogeni e sassi sono stati lanciati verso i celerini e contro alcuni giornalisti. (Clicca qui per guardare le immagini dell'aggressione)
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