Allarme Ue sull'auto: piano il 5 marzo. Le mosse allo studio

Von der Leyen: "Lavoriamo per il settore". Priorità: Green Deal da rivedere, stop multe

Allarme Ue sull'auto: piano il 5 marzo. Le mosse allo studio
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Il «Dialogo strategico» per salvare e quindi rilanciare il settore automotive in Europa è iniziato ieri con una confronto tra diversi amministratori delegati di costruttori di veicoli leggeri e pesanti e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen (in foto). Il presidente di Stellantis, John Elkann, ha condiviso i suoi pareri in una telefonata con von der Leyen. Come membro di Acea, inoltre, «anche Stellantis - precisa una nota - ha contribuito alla proposta collettiva».

La stessa Associazione dei costruttori europei rimarca «l'urgenza di intervenire in quanto la crisi di competitività globale dell'Europa, una diffusione del mercato dei veicoli a emissioni zero più lenta del previsto e la mancanza di condizioni favorevoli ostacolano, in modo significativo, i progressi dell'Ue verso gli obiettivi di mobilità a emissioni zero». Il presidente di Acea, Ola Källenius, ad di Mercedes-Benz, ribadisce che «l'unico modo per garantire il successo di questa transizione è renderla una trasformazione guidata dal mercato e dalla domanda; il prossimo Piano di azione deve basarsi su questa premessa».

Il 5 marzo prossimo, in proposito, è in agenda la presentazione del Piano di azione automotive Ue. E, a quel punto, dalle parole si dovrebbe passare ai fatti. Il tutto con un gravissimo ritardo nell'ammettere errori e sottovalutazioni di un Green Deal che sta affossando il sistema automotive europeo. Von der Leyen, presidente Ue anche nella passata legislatura, è chiamata a rimediare, ma anche gli stessi costruttori, che ora lanciano l'Sos, si sono resi complici con un lungo silenzio di quanto sta ora accadendo.

«Le priorità di un Green Deal Review del settore auto sono molto variegate - interviene Andrea Taschini, manager e advisor automotive - a partire dall'abolizione delle multe dell'anno in corso, alla revisione dei target di emissione fino ad arrivare all'abolizione dello stop ai motori endotermici nel 2035. Certamente fondamentale diviene il concetto di neutralità tecnologica anche se per i ben noti motivi, a mio parere, si arriverà ad ammettere ancora gli idrocarburi, magari con una percentuale mista di biocarburanti. È infatti impensabile abolirli del tutto entro dieci anni anche per il fatto che l'evoluzione dei motori endotermici raggiungerà un livello di efficienza tale che diverranno superflue alternative industrialmente complesse da implementare. L'auto elettrica? Nonostante una certa dipendenza dalla Cina e le nuove posizioni americane, c'è ancora chi, come la vicepresidente esecutiva e commissaria Ue, Teresa Ribera, propone ulteriori sovvenzioni per sviluppare un prodotto che in Europa ha poche chances di essere fabbricato».

«Con il 2035 che si avvicina rapidamente - avverta Clepa, l'Associazione dei fornitori europei - l'Europa rischia di restare indietro a meno che non abbracci un ponte tecnologico più ampio verso l'elettrificazione, inclusi ibridi plug-in, estensori di autonomia, idrogeno e carburanti sostenibili».

Il dibattito politico sulla revisione del Green Deal e i contenuti del «Piano di azione», intanto, si è già animato.

Scettica è l'europarlamentare Isabella Tovaglieri (Lega): «Nessun obiettivo concreto che vada al di là di una risoluzione finale non vincolante; finirà tutto all'acqua di rose con dichiarazioni di intenti e raccomandazioni, mentre fuori dai Palazzi dell'Unione europea il settore muore».

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