"La mia carrozzina non è né più né meno di un paio di scarpe nuove con le quali iniziare viaggi, avventure, sogni, destini, speranze". Iacopo Melio, ragazzo disabile fondatore della onlus "#vorreiprendereiltreno", ha risposto così al post di un padre di famiglia che su Tripadvisor si era lamentato della presenza di alcuni disabili nella struttura in cui era in vacanza. "Non è un bello spettacolo per i miei figli", aveva scritto anonimamente sul sito di recensioni. Il post era stato immediatamente segnalato dagli altri utenti e rimosso. Oggi Iacopo ha detto la sua sua, dando una lezione di vita a quel papà.
"Un disabile è una persona triste per natura - scrive il ragazzo nel suo lungo post -, e quando qualcosa si rivela come non pensavamo che fosse ci destabilizza. Quando qualcosa sconfina dall’etichetta sociale che siamo soliti dargli, un po’ per rassicurare noi stessi e un po’ per sentirci migliori, si perde la bussola. Per quelli infatti, i disabili che soffrono tanto (per definizione, appunto), ci sono gli ospedali, le case di cura e di riposo. Che se si chiamano “di cura” è normale che soffrano e se si chiamano “di riposo” va da sé che non è certo naturale per loro ballare, o cantare, o fare escursioni all’aria aperta come fanno tutti gli altri. Magari ridono anche, t’immagini? Ecco. E allora? Cosa diamine si è inceppato nel magico cerchio della vita ai tuoi occhi miopi?"
L'uomo che aveva scritto il post su Tripadvisor aveva usato i propri figli come pretesto per la lamentela. Iacopo non sa se avrà mai dei figli, ma sa cosa gli insegnerebbe: "Se mai un giorno avrò dei figli vorrò insegnare loro che la vera disabilità è negli occhi di chi guarda, di chi non comprende che dalle diversità possiamo solo imparare. Disabile è chi non è in grado di provare empatia mettendosi nei panni degli altri, di mescolarsi affamato con altre esistenze, di adottare punti di vista inediti per pura e semplice curiosità"
"Se un giorno avrò dei figli - continua - saranno sicuramente più fortunati dei tuoi che, poveracci, di colpe non ne hanno. Più fortunati perché scopriranno che la mia carrozzina non è né più né meno di un paio di scarpe nuove con le quali iniziare viaggi, avventure, sogni, destini, speranze. Se un giorno avrò dei figli sapranno che il dolore, quello vero, è nascosto nell’indifferenza e non nella malattia. Che i brutti spettacoli del mondo ce li ha sempre “regalati” la cattiveria umana e mai la dignità. Che il mondo è popolato da persone diverse ma con gli stessi diritti. Che non esiste libertà abbastanza grande di quella che possiamo prenderci per essere felici. Perché vivere significa questo: esser messi in condizioni di poter fare del nostro destino ciò che si vuole, senza mancare di rispetto (ah, che bella parola!) a chi ci sta intorno"
Iacopo rivendica il suo diritto di vivere una vita uguale a quella degli altri. "Non solo io in vacanza ci vado, quest’anno, come tutti gli altri anni.
Ma ci andranno anche Marco, Matteo, Laura, Sara, Ilaria, Fabrizio, Ginevra, Alessandro… E tutti i ragazzi “speciali” di questo mondo, che di speciale non hanno niente se non la loro unicità: come me che ti ho scritto questo papiro di robe sconclusionate, forse, mosso da una frustrante sensazione di impotenza, e come te, caro testa a pinolo, che della vita non hai capito proprio niente".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.