Gli italiani bocciano il voto online e i Cinque stelle alle urne

Solo per il 29% rappresenta un modello per la futura democrazia e il risultato in Sardegna conferma il malumore

Gli italiani bocciano il voto online e i Cinque stelle alle urne

La giustificazione del calo di affluenza alle urne non potrà esser utilizzata per giustificare la nuova batosta a Cinque stelle. In Sardegna sono andati a votare più elettori rispetto alle precedenti e, malgrado ciò, il dato delle politiche viene dimezzato dal volere reale dei votanti. Sì, volere reale confrontando il volere virtuale. Sarà per la capacità di comunicare, sarà per la “domiciliazione” sull’isola ma Salvini, assente nelle scorse regionali, porta a casa un risultato eclatante in una regione considerata Sud del Paese.

Avrà influito il salvataggio di questo sulla débâcle grillina? Il dato di fatto più eclatante è legato al sondaggio Ipsos proprio rispetto al dibattito sul caso “Diciotti” e la scelta dei Cinque Stelle, scelta non digerita dall’elettorato ma ancor di più perché gli italiani non premiano quella che sarebbe la diretta volontà degli elettori attraverso il voto web. Alla domanda dell’Istituto di sondaggi, se il Movimento 5stelle abbia fatto bene ad organizzare una votazione online sull’autorizzazione a procedere contro il ministro all’Interno, la risposta è netta: il 49% risponde "no" in quanto sarebbe stato meglio che ciascun parlamentare potesse sentirsi libero di votare a favore, o contro, senza condizionamenti. Solo il 31% dice si contro un “non so” pari al 20.

Rispetto alla scelta della ditta Casaleggio-Grillo, la scelta fatta nei confronti di Salvini dal 59% dei votanti pentastellati, tale scelta solo per il 10% farebbe accrescere i consensi del Movimento (forse l’isola ne è la prima prova) perché per il 40% farà perdere voti contro un 26% per il quale non avrebbe alcuna influenza ed un 24 che non si esprime. Lasciando alle spalle quanto deciso in occasione dello scontro tra procura di Catania e ministro, ciò che maggiormente dovrebbe far riflettere i grillini passa dall’idea che gli italiani hanno sulla presunta partecipazione diretta. “È un modello che rappresenta il futuro della democrazia e bisognerebbe ampliarlo ed applicarlo a qualsiasi decisione pubblica” ma tale tesi è sostenuta soli dal 29% degli intervistati seppur ci sarebbe un 24% che non si esprime.

Quanto dovrebbe allertare gli inventori del voto online è il 47% degli italiani che dice: “È un modello pericoloso e sbagliato, meglio la democrazia rappresentativa con l’elezione di membri che in Parlamento decidano e poi possano essere confermati o mandati a casa alle elezioni”.

La criticità del consenso virtuale porta il conto delle urne ma per ora in rosso. Parallelamente il Paese chiede che i partiti tornino responsabili delle proprie scelte per poi promuoverli, o bocciarli, direttamente ai seggi.

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