Ben 211 gli ulivi oggi sradicati a Melendugno, in provincia di Lecce, nel cantiere aperto per la costruzione del microtunnel del gasdotto Tap (Trans adriatic pipelin).
Ma l'azione ha provocato una vera e propria insurrezione da parte dei cittadini e non solo. Anche il sindaco e i vigili urbani hanno reagito.
Il primo cittadino di Melendugno, Marco Potì, tre giorni fa aveva chiesto il sequestro dell'area e la polizia urbana proprio questa mattina ha notificato ai responsabili del cantiere una seconda diffida dal proseguire i lavori per l’assenza delle autorizzazioni.
E lo stesso sindaco, con una delegazione, è tornato in procura, carte alla mano, per chiedere ancora una volta il sequestro. La procura della Repubblica, però, dice di non poter intervenire in quanto non si tratta di un vero e proprio abuso edilizio perché ha valore l'autorizzazione ministeriale.
La delegazione del Comune ha chiesto di incontrare Elsa Valeria Mignone, procuratore aggiunto.
A mobilitarsi non sono solo le istituzioni locali, ma gli stessi cittadini che hanno bloccato la strada del cantiere non permettendo ai camion su cui erano stati caricati gli ulivi espiantati il passaggio. Fin quando non sono stati spostati di peso dalle forze dell'ordine.
“L'attività di espianto è illegale - ha denunciato su Facebook il governatore della Puglia,
Michele Emiliano, ma le forze dell'ordine su disposizione del Governo non intervengono. Abbiamo denunciato alla Procura della Repubblica i fatti e i magistrati sono gli unici ad avere il potere di fermare l'abbattimento.”
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