"Non ho paura che tu mi uccida! Ho paura di come puoi comportarti e del fatto che martedì ho l’esame di diritto". È uno degli ultimi messaggi che Sara Di Pietrantonio ha scritto a Vincenzo Paduano, il 28enne che il 29 maggio del 2016 l'ha prima strangolata e poi le ha dato fuoco.
Lo racconta il Corriere che ricostruisce gli ultimi giorni della ragazza, morta a 22 anni per mano dell'ex fidanzato. La sua colpa? Averlo lasciato perché troppo geloso. Qualche tempo prima, le aveva persino dato una sberla davanti agli amici. "Ho paura di te dopo quello che mi hai fatto! Ma sono convinta che tu mi debba delle scuse. Sì, ti voglio vedere, voglio sentire cosa devi dirmi...", si era quindi sfogata lei su WhatsApp. Così lui le aveva proposto un incontro in un luogo affollato, ma lei l'aveva rassicurato: "Non ho paura che tu mi uccida! Ho paura di come puoi comportarti".
"Quando il marcio è radicato nel profondo ci vuole una rivoluzione, tabula rasa. Diluvio universale", aveva scritto lui su Facebook due ore prima dell'omicidio. Poi l'ha rintracciata tramite la geolocalizzazione del telefono di Sara, che intanto frequentava un altro ragazzo. L'ha seguita, poi l'ha speronata con l'auto per fermarla.
Ne è nata una lite per strada, conclusasi con la morte della giovane.Ma il messaggio che più colpisce è precedente. Risale al 18 luglio 2015, quando lei scriveva "Perché vuoi uccidermi?" e lui rispondeva "Servirebbe a qualcosa?".
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