L'Italia è a rischio attentato: gli 85 jihadisti nella black list

Dopo l'offensiva dell'Isis in tre continenti, anche l'Italia alza l'allerta. Ecco i lupi solitari e i centri di preghiera messi sotto controllo

L'Italia è a rischio attentato: gli 85 jihadisti nella black list

Foreign fighter, lupi solitari, cellule dormienti. L'Italia non è affatto al sicuro. Nel Bepaese, secondo fonti di intelligence sentite dal Tempo, le forze dell'ordine terrebbero sotto controllo 85 possibili terroristi, una decina di centri di preghiera radicalizzati e decine di migliaia di internauti che inneggiano alla jihad sul web.

Una circolare, inviata dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza ai prefetti e ai questori dopo gli attacchi di ieri, richiama quanto disposto nelle scorse settimane in una direttiva che disponeva il più alto livello di sorveglianza. Si raccomanda, quindi, che nelle immediate vicinanze di ambasciate, sedi istituzionali, porti, aeroporti e ogni altro possibile obiettivo "già in precedenza oggetto di attenzione" siano disposti adeguati presidi di vigilanza da parte delle forze di polizia e anche delle forze armate, nei punti in cui i militari contribuiscono ai servizi di prevenzione. D'altra parte tra i servizi di intelligence italiani c'è "massima allerta", anche se non è stato riscontrato ancora "alcun segnale di allarme specifico per il nostro Paese". "Gli attacchi di ieri sono l’ennesima dimostrazione che quella dell’Isis è una galassia multiforme, difficilmente catalogabile - commenta il generale Luciano Piacentini, consigliere scientifico dell’Icsa - non c’è bisogno di una affiliazione diretta, chi decide certe azioni (sia un 'lupo solitario', un reduce, o il componente di una cellula più o meno strutturata) lo fa richiamandosi appunto ad un 'marchio'".

Per questo, sui circa 400 lupi solitari, che vivono in Italia, le forze di polizia ne hanno isolati 85 perché considerati maggiormente pericolosi. "Si tratta in prevalenza di persone che frequentano con una certa assiduità siti di propaganda jihadista o che sono noti perché portano avanti una visione estremista dell'islam", si legge sul Tempo che, citando fonti ben informate, fa sapere che "il grosso del lavoro di monitoraggio si svolge tra Roma e Milano". Gli attacchi di ieri fanno ipotizzare ai servizi di intelligence che l'Isis abbia un piano "politico" ben preciso.

"Gli attentati di ieri - spiega il vice presidente del Copasir, Giuseppe Esposito - dimostrano che i vecchi lupi solitari stanno cambiando il pelo diventando delle cellule impazzite che perpetrano ormai una violenza la cui finalità è proprio la violenza stessa".

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