Livorno, niente albero di Natale per colpa della crisi

Il Comune guidato dal grillino Nogarin ha tagliato la spesa per gli addobbi. Ma perché non farsi aiutare da uno sponsor?

L'albero di Natale della crisi (Livorno)
L'albero di Natale della crisi (Livorno)

Niente albero di Natale, a Livorno, per colpa della crisi. Ogni anno campeggiava in uno degli angoli più importanti della città labronica (piazza Grande, piazza Cavour o piazza della Repubblica), ma quest'anno niente. Il Comune a guida M5S ha deciso di risparmiare i circa diecimila euro che sarebbero serviti. Si salva invece la festa dell'ultimo dell'anno, sulla bella Terrazza Mascagni, affacciata sul mare. "La decisione - si legge in una nota del Comune riportata dal Tirreno - è stata necessaria, seppure a malincuore, a causa dell'emergenza che si è venuta a creare nelle ultime settimane specialmente in relazione al rischio di commissariamento dell'Istituto Mascagni (Istituto superiore di studi musicali, ndr) e in relazione ad altre voci del settore sociale che rischiavano di essere indebolite (in particolare i contributi alle famiglie)... in questa fase è stato necessario (...) fare dei sacrifici per rispetto di alcune priorità fondamentali, tra cui certo vi è la vita di un'eccellenza livornese come il Mascagni, al quale abbiamo garantito un ulteriore contributo di 130 mila euro, e l'emergenza sociale".

Insomma, la crisi e l'esigenza di tagliare gli sprechi renderanno più triste il Natale dei livornesi. Per carità, ognuno nella propria casa potrà mettere gli addobbi che vuole. Ma i cittadini che decideranno di farsi una bella passeggiata in centro, magari per gli ultimi acquisti o per godersi un giorno di festa, non si aspettino di vedere nulla che ricordi la festa.

Una domanda sorge spontanea. Perché il sindaco Filippo Nogarin non ha fatto come a Milano (e in diverse altre città) dove ogni anno a pagare il grosso delle spese è uno sponsor? Quest'anno nel capoluogo lombardo Motta ha "offerto" un albero di 30 metri e i relativi addobbi. Ma c'è di più: finite le feste l'enorme abete rosso sarà smaltito realizzando circa sessanta panchine che saranno donate alla città. Il sindaco Giuliano Pisapia porta avanti una tradizione - quella dell'albero sponsorizzato -affermatasi ai tempi di Letizia Moratti. Insomma, il colore politico c'entra poco, a prevalere è il buon senso. A Livorno, invece, per colpa dei tagli sparisce anche l'albero. "Da 50 mila euro stanziati nel 2013 - riporta il Tirreno - siamo dovuti passare a 22 mila euro, una cifra che consente solo l'allestimento e lo svolgimento della festa di fine anno alla Terrazza, che abbiamo ritenuto prioritaria per il suo evidente fine, anche dal punto di vista sociale. Purtroppo, dunque, albero e relativi addobbi sono stati sacrificati: l'anno prossimo torneranno più belli di sempre".

Dunque i livornesi devono armarsi di pazienza e aspettare un anno, quando finalmente potranno riavere il loro albero di Natale. L'assessore al Turismo Nicola Perullo anticipa che "non sarà un abete vero, nell’ottica del rispetto dell’ambiente". Forse non hanno pensato che anche usare il legno per produrre oggetti di arredo urbano, come le panchine, è un modo intelligente per rispettare l'ambiente.

I livornesi, con il consueto spirito goliardico che li contraddistingue, hanno voluto regalare alla città un "abete speciale". Non è molto grande (è un normalissimo abete di quelli che si mettono in casa) ma fa parlare di sé. Posizionato in piazza Grande, al posto del mega albero che quest'anno non c'è, è stato decorato con piatti di plastica bianchi e rossi. Su ognuno di essi c'è il nome di una ditta costretta a chiudere per colpa della crisi. "Eccolo qui l’albero di Natale - ha raccontato un cittadino e al Tirreno - che davvero parla di come gran parte dei livornesi vive le feste". Qualcuno sul piattino che decora la punta ha scritto: "Il piatto piange".

538em;">Fortunatamente, nonostante l'albero che non c'è e i piattini di plastica appesi al piccolo abete che ricordano a tutti la crisi, un po' di addobbi si vedono lo stesso, almeno nelle vie centrali. Merito dei commercianti. La speranza e la voglia di fare festa, nonostante le difficoltà, passa anche da quelle mille lucine sfavillanti.

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