Livorno, revocata la cittadinanza onoraria a Mussolini, è polemica

Il consiglio comunale di Livorno toglie il riconoscimento al Duce, la replica del nipote Caio: "Può forse migliorare la qualità della vita dei cittadini?"

Livorno, revocata la cittadinanza onoraria a Mussolini, è polemica

Il consiglio comunale di Livorno revoca il riconoscimento offerto, nel lontano 1923, a Benito Mussolini. Arriva la replica di Caio Mussolini, bisnipote del Duce, che tuona: “Togliere la cittadinanza onoraria a Mussolini può forse servire a migliorare la qualità di vita dei cittadini?”

Mussolini, già ufficiale della Marina e dirigente di Finmeccanica, afferma: “Conosco Livorno dal 1986, giorno in cui ci arrivai la prima volta per fare il concordo in Accademia. Ho molti amici e ci ritorno spesso, constatandone purtroppo un peggioramento progressivo della qualità di vita. Non per niente nel 2015 gli è stata riconosciuta lo stato di “area di crisi complessa”. E quindi aggiunge: “Nonostante ciò, il sindaco Nogarin pare lontano dai problemi economici della sua città, più occupato a mettere strisce blu dappertutto, oppure a tagliare in due con strade di dubbia necessità industrie e sto parlando della Drass, che producono ricchezza e benessere sul territorio. Ora – prosegue Caio Mussolini -, tra maiali macellati in casa e altre amenità, spunta questa richiesta del consigliere comunale Marco Cannito, approvata in consiglio comunale”.

Per Caio Mussolini, la richiesta e quindi la decisione del consiglio comunale che ha approvato la revoca della cittadinanza onoraria è fuori tempo massimo: “Come ho già avuto modo di scrivere in passato, queste iniziative potevano avere un senso nel dopoguerra, ma che dopo quasi cento anni dalla concessione della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini si perda tempo a discutere di queste cose mi pare risibile”.

E perciò incalza: “Togliere la cittadinanza onoraria a Mussolini, impiegando energie amministrative, può forse servire a migliorare la qualità di vita dei cittadini? Può risolvere il problema di un periodo storico che una parte del dibattito pubblico non riesce ancora a metabolizzare? Basta nascondere lo sporco , come se la vicenda storica di un Paese potesse mai esserlo, sotto il tappeto per poter

affermare di avere la coscienza pulita? Strappare le pagine del libro di storia non servirà a far finta che quel periodo non sia mai esistito: non è saggio nè per la memoria storica nè per il senso d'identità dei cittadini”.

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