"Zona Cesarini" per l'obbligo vaccinale: la data che può portare alla stretta

Bassetti lancia l'allarme: il tempo per decidere sull'obbligo vaccinale è quasi scaduto. Tra assolutisti e moderati, ecco cosa ne pensano gli esperti e la politica

"Zona Cesarini" per l'obbligo vaccinale: la data che può portare alla stretta

Metà settembre è alle porte: sarà quello lo spartiacque per capire il numero totale dei vaccinati con due dosi, a che punto saranno i ricoveri e le terapie intensive e come sarà iniziata la scuola. A quel punto, il governo avrà tutti gli elementi in mano per decidere o meno sull'estensione dell'obbligo vaccinale.

Quali sono i rischi

"Ormai siamo agli ultimi minuti o meglio in zona Cesarini per introdurre l'obbligo vaccinale": è il monito lanciato da Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, intervistato sul tema della possibile estensione dell'obbligo ma soprattutto sulla possibilità o meno che accada nel minor tempo possibile. "Corriamo dei rischi enormi se arriviamo con il 15% della popolazione italiana non vaccinata, parliamo di 50-60enni che rischiano di finire in ospedale tra pochi mesi", ha affermato l'infettivologo ad Adnkronos, che si domanda cosa stia pensando di fare il governo visto che "tutti gli esperti dicono di intervenire per evitare che si arrivi in inverno con troppe persone non vaccinate". Secondo l'esperto è già troppo tardi, l'autunno è alle porte e non si può estendere l'obbligo con le terapie intensive piene di pazienti con il Covid. "Rischiamo di avere una parte della popolazione che ad ottobre, novembre o dicembre riempirà gli ospedali. Questo significa che le strutture che oggi curano i pazienti no-Covid dovranno essere riconvertite allungando le liste d'attesa e rinviando ricoveri e interventi", incalza. Non c'è una via di mezzo, per il prof: chi decide di non vaccinarsi è come se passasse con il semaforo rosso. "Si rendono conto dei rischi che stanno creando?"

Sì all'obbligo: la decisione del Comitato di Biosicurezza

Intanto, proprio nella giornata odierna, è arrivato il primo sì all'obbligo vaccinale da parte del Comitato Nazionale di Biosicurezza, Biotecnologie e Scienze della Vita (CNBBSV) della Presidenza del Consiglio dei Ministri. "Nell'ambito delle attività di parere e proposta, pur lasciando al Governo la sintesi delle posizioni e le modalità esecutive - si legge in una nota, esprimiamo "parere favorevole ed auspichiamo un'obbligatorietà della vaccinazione, con specifico riferimento a chi svolge funzioni pubbliche e attività che pongano il cittadino a stretto e contatto con altri soggetti e con l'ovvia esclusione delle situazioni di rischio di possibile patologia post-vaccinale".

La politica si divide

In poche settimane, il governo dovrà esprimersi sull'estensione o meno dell'obbligo vaccinale e l'estensione a più settori del Green pass: come ci siamo occupati di recente, la politica è divisa. Mentre Mariastella Gelmini al Corriere della Sera ha dichiarato di non considerare l'obbligo “un’eresia” e Antonio Tajani si dice apertamente favorevole, Matteo Salvini chiude subito ad ogni possibilità dicendosi contrario “a qualsiasi tipo di obbligo, di imposizione e di discriminazione”. Il governatore della Liguria e leader di Cambiamo, Giovanni Toti, si accoda ai forzisti spiegando che “tra chiudere il Paese e l’obbligo vaccinale credo che nessun italiano di buon senso sceglierebbe la prima”. E poi, se il ministro del Lavoro Andrea Orlando si dice favorevole ad esplorare tutte le soluzioni in nome della sicurezza della popolazione nonostante l'Oms si sia dichiarata contraria all'imposizione del vaccino, rimane più cauto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa: "L'obbligo vaccinale per tutti i lavoratori è l'ultima ipotesi da prendere in considerazione". Il popolo italiano sta dimostrando una grande senso di responsabilità, con 36 milioni di vaccinati il nostro è il secondo Paese nell'Unione Europea: dobbiamo continuare a veicolare un messaggio di fiducia verso i vaccini, unica via d'uscita dalla pandemia del Covid".

Cosa dicono gli esperti

Dopo un anno e mezzo in cui abbiamo sentito posizioni a volte diametralmente opposte, in questo caso gli esperti sembrano remare tutti dalla stessa parte: da Galli (che ha tuttavia cambiato posizione nelle ultime settimane) a Crisanti al Comitato tecnico scientifico, prevale la linea moderata di estendere l'obbligo della vaccinazione non solo per chi lavora nella scuola ma per tutti coloro che "sfuggono" al siero. In un'intervista a La Stampa, il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri fissa una data e una soglia oltre le quali potrebbe scattare l’obbligo vaccinale. "Questa è l’ultima chiamata alle vaccinazioni. Se entro il 15 settembre non avremo superato la soglia dell’80% di popolazione che ha avviato il percorso di immunizzazione, dovremo valutare la possibilità di una forma di obbligo".

Questa misura, comunque, non dovrebbe applicarsi indiscriminatamente a tutti i cittadini, ma "si potrebbero andare a toccare solo le fasce d’età che rischiano di più. Qualcuno ha parlato di over 50, ma io andrei a proteggere chi ha più di 40 anni".

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