Il fronte che vuole l'introduzione dell'obbligo vaccinale si allarga. Il pressing sul governo cresce di ora in ora. Una spinta importante arriva con il discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per l'apertura del meeting di Rimini: «Vaccinarsi è un dovere».
Due consulenti dell'esecutivo Draghi aprono all'obbligo vaccinale per centrare l'obiettivo dell'80 % di persone immunizzate fissato dal commissario per l'emergenza Francesco Paolo Figliuolo. Guido Rasi, ex direttore di Ema e consulente del commissario Figliuolo, in un'intervista al Giornale avverte: «O si accelera sulle vaccinazioni, recuperando la quota di esitanti, o l'unica strada è far scattare l'obbligo». Un altro consulente del governo, Walter Ricciardi, consigliere del ministro alla Salute Roberto Speranza, in un'intervista a La Repubblica ribadisce: «Giusto l'obbligo per i professionisti della sanità ma andrebbe introdotto anche per chi lavora nella scuola. Va inteso come un modo per proteggere i fragili con i quali si entra in contatto». Proposta che incassa l'ok del ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi. Nei giorni scorsi è stato il turno di Sergio Abrignani, componente del comitato tecnico scientifico: «Proporrei l'obbligo vaccinale perché le malattie infettive le contieni quando vaccini tutti e lo abbiamo visto con la polio, il vaiolo e altre malattie. Mi chiedo come sia possibile che con una malattia infettiva come il Covid che ha rischiato di distruggere la nostra economia e solo in Italia ha ucciso 130 mila persone ci sia ancora chi si interroga se sia opportuno o no vaccinarsi». L'esecutivo Draghi sembra accerchiato. Ma resiste (per ora) alla pressione di scienziati e virologi. I rischi politici - ragionano dalle parti di Palazzo Chigi sono troppo elevati. Per l'obbligo serve una legge, che deve incassare il via libera prima da parte del Cdm e poi dal Parlamento. Si continuerà, dunque, a insistere sulla strada (già imboccata con l'uso obbligatorio del green pass) di un obbligo indiretto. Ma c'è anche una valutazione scientifica alla base dell'orientamento prudente: nei mesi di luglio e agosto il trend sulla campagna vaccinale, nonostante un calo atteso, è buono. «L'opzione di un obbligo generalizzato per tutti gli over 12 non è all'orizzonte» - spiega al Giornale un componente dell'esecutivo. Si lavora sulle sfumature. Su opzioni collaterali, per potenziare la campagna vaccinale e dare la spallata finale al virus. Qualche varco si apre. Soprattutto dopo la netta presa di posizione di Confindustria. La linea della Lega si è ammorbidita all'indomani delle parole (obbligo green pass sui luoghi di lavoro) del presidente Carlo Bonomi. Anche Forza Italia mette sul tavolo una mediazione: «I 4 milioni di over 50 non vaccinati, di cui 2 milioni senza neanche la prima dose, e le oltre 186 mila unità di personale scolastico docente e non ancora non immunizzate impongono un'immediata riflessione sulla necessità di introdurre l'obbligo vaccinale per chi ha più di 40 anni e per tutti i lavoratori della scuola. Stesso discorso vale per le scuole, dove è necessario scongiurare il rischio di nuovi focolai che avrebbero come diretta conseguenza il ritorno della disastrosa didattica a distanza. È quindi necessario che anche tutto il personale scolastico, che ha la responsabilità dei nostri figli quando sono in classe, sia obbligatoriamente vaccinato entro l'avvio delle lezioni» - commenta Licia Ronzulli, vicepresidente dei senatori Fi.
Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa suggerisce: «Green pass
obbligatorio per le attività dove c'è da garantire la continuità di un servizio». L'obbligo vaccinale, senza distinzioni, resta l'extra ratio. Si continuerà a intervenire con un obbligo mirato, circoscritto per categorie.
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