Londra, due classi di studenti italiani sfuggite alla strage per poche ore

Una scolaresca di Udine in gita avrebbe dovuto visitare Westminster nel pomeriggio ma per fortuna ha invertito il programma a causa della pioggia

Londra, due classi di studenti italiani sfuggite alla strage per poche ore

Due classi di studenti italiani in gita sono sfuggite per miracolo all'attentato che ieri ha insanguinato Londra, causando la morte di almeno quattro persone e il ferimento di decine di altre.

Una comitiva di giovani alunni dell'istituto Malignani di Udine, racconta il Messaggero Veneto, avrebbe dovuto trovarsi proprio sul luogo dell'attacco nei minuti fatali in cui un terrorista alla guida di un Suv ha prima falciato la folla che passeggiava su Westminster Bridge e poi ha fatto irruzione nel cortile del parlamento britannico accoltellando a morte un poliziotto.

Grazie a una miracolosa circostanza, i professori che accompagnano i ragazzi hanno però deciso di anticipare la visita ai palazzi del potere e ai grandi parchi della capitale britannica, approfittando della bella mattinata di sole. Nel pomeriggio, per cui era prevista pioggia, hanno preferito invece visitare il British Museum.

Ed è proprio nel museo al centro di Bloomsbury che la scolaresca è stata sorpresa alle 14.40, quando è scattato l'allarme generale. I 35 studenti friulani, tutti di età compresa fra i 16 e i 18 anni, sono rimasti bloccati nel museo per ragioni di sicurezza fino alle ore 18, quando la polizia di Londra ha concesso loro di rientrare ai loro alloggi nel quartiere di Wimbledon.

"Abbiamo saputo del fatto quasi in tempo reale grazie a Internet - ha raccontato Ettore, uno degli studenti della terza classe - quando eravamo già dentro le sale. Tutti siamo rimasti calmi, forse un po’ di panico solo nei primi momenti, ma non è successo nulla.

E pensare che abbiamo cambiato programma, perchè la zona di Westminster era prevista per oggi (ieri per chi legge, ndr), invece l’abbiamo scambiata con il British." I giovani e i loro insegnanti per fortuna hanno potuto tranquillizzare le loro famiglie perché le comunicazioni telefoniche non sono mai state interrotte.

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