Una stabilizzazione verso la metà di aprile, con 95mila contagiati, oppure all'inizio di maggio con il numero di ammalati compreso in una forbice che va tra i 120mila e i 150mila: sono questi i due scenari contenuti nello studio pubblicato da The European House che ipotizzano l'andamento del nuovo coronavirus in Italia da qui ai prossimi mesi.
La società di consulenza posseduta e guidata da Valerio De Molli, sottolinea Il Corriere della Sera, ha scelto di pubblicare settimanalmente un “Monitoraggio della pandemia Covid-19 nel mondo e in Italia e simulazione degli impatti sanitari ed economici”. Certo, prevedere che cosa accadrà nell'immediato futuro è complicato, ma gli esperti hanno comunque provato a mettere insieme i pezzi del mosaico. Il quadro che emerge è incerto - perché l'evoluzione della pandemia è soggetta a numerosi fattori - ma utile per orientarci in una selva che richiede almeno l'uso di una bussola.
Dal punto di vista economico la società aveva stimato per l'Italia una perdita di pil fino a un massimo del 3,5%: una percentuale che si è tuttavia allargata, complice l'aggravarsi della situazione legata al coronavirus. Gli ultimi valori parlano di un prodotto interno lordo in frantumi pari al 7,5%, con un alto grado di incertezza e compreso in una forchetta che va da un minimo del 3,5% a un massimo dell'11,5%. Considerando un blocco di due mesi per la maggior parte di aziende e industrie, si preannuncia una ripresa graduale e un ritorno a pieno regime soltanto verso la fine del 2020.
I due scenari ipotizzati
Dicevamo dei fattori da considerare. Sono numerosi e contribuiscono a creare un elevato grado di volatilità delle previsioni. Ad esempio, oltre alla velocità di sviluppo di farmaci, sempre per l'economia, è doveroso considerare non solo il lockdown dell'Italia ma anche degli altri Paesi del mondo, come Francia, Germania e Stati Uniti, che fanno il 33% del nostro export. Per quanto riguarda le imprese, si stima che il 10% rischi il default.
Passando al lato sanitario, l'Italia non differisce dalle altre nazioni, se non nel fatto di essere stata colpita per prima dal coronavirus. L'andamento dei casi cumulati dal giorno del primo paziente al giorno 18, per Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, è molto simile. E qui arriviamo ai due scenari ipotizzati all'inizio. Nel peggiore dei casi si dovrebbero superare i 120mila contagiati non asintomatici alla fine di marzo, per poi raggiungere la stabilizzazione a quota 150mila a inizio maggio. Nel migliore, la stessa stabilizzazione avverrebbe a metà aprile con 95mila contagi.
Una volta raggiunta la stabilizzazione, guai a ripartire come se niente fosse, avvertono gli esperti.
“L’allentamento delle misure restrittive e la ripresa, sin da subito, di comportamenti non corretti potrebbe portare nei mesi successivi (maggio, giugno e luglio) a una seconda ondata di contagi”, spiega lo studio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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