Un accordo accademico. Nulla di strano, se non fosse che l'Università di Bologna ha siglato l'accordo con l'Arabia Saudita, non certo il paradiso della cultura libera. La notizia ha qualcosa di incredibile. Se si aggiunge che 338 docenti bolognesi hanno anche firmato un appello per boicottare l'Università israeliana. Bologna la rossa si inchina alla Mecca. Anzi, si prostra.
Eppure, scrive Giulio Meotti sul Foglio, "bastava leggere il rapporto di Freedom House sugli atenei sauditi per capire che forse serviva un po’ di cautela in più visto che in ballo non c’è il greggio, ma la nostra cultura: 'La libertà accademica è limitata, informatori monitorano le aule per il rispetto delle norme, come il divieto di insegnare filosofia e religioni diverse dall’islam'". Non proprio un paradiso con cui stringere un patto. Un accordo che durerà ben 5 anni ed è stato voluto dal precedente rettore Ivano Dionisi e siglato dall'attuale Francesco Ubertini.
Peccato che né i rettorim né i
professori che hanno sponsorizzato lo scambio culturale con i sauditi, abbiano mai letto i libri di testo su cui studiano gli studenti di Raid, dove si chiamano gli ebrei "scimmie" e i cristiani "maiali".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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