Macerata, madre uccide a coltellate figlio 13enne

Da tempo seguita dal Servizio di igiene mentale, la donna ha ucciso il piccolo dopo avergli dato il regalo di Natale

Macerata, madre uccide a coltellate figlio 13enne

La paura di perdere Simone, un ragazzino di 13 anni, ha armato la mano della madre Debora Calamai, 38enne originaria di Firenze. Alla vigilia di Natale, dopo aver regalato al figlio una confezione di Lego, l'ha inseguito fino alla porta di casa e l'ha pugnalato con un coltello da cucina, colpendolo nove volte. Uno dei fendenti, al cuore, è stato mortale. La tragedia è poco dopo le 21 in un condominio in via Zampa a San Severino Marche.

Debora, che lavorava con un contratto a progetto in una casa di cura per anziani, era da tempo seguita dal Servizio di igiene mentale dell'Ospedale di Macerata, per problemi psichici di cui non è chiara la natura. "Era depressa", dicono alcuni. Ma per altri si trattava di crisi maniacali. Sta di fatto che il padre del bambino, Enrico Forconi, un operaio 43enne da cui la donna era separata da quattro anni, aveva chiesto l'affidamento esclusivo del figlio. Il 30 gennaio era fissata un'udienza al tribunale di Macerata per una consulenza tecnica di parte, necessaria per verificare le condizioni della mamma e la capacità di tenere il bambino.

Ieri mattina, Debora e l'ex marito avevano avuto un diverbio proprio per la questione dell'affidamento. I suoceri avevano cercato di rasserenare gli animi e tutti insieme erano usciti per fare un giro. In questi giorni, Simone stava a casa con il papà perchè la madre sembrava più depressa del solito. Per non inasprire la situazione, però, il padre aveva aveva accettato di far trascorrere il piccolo da lei per la cena di Natale. Cosa sia accaduto dopo è ancora poco chiaro.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri, Simone avrebbe chiamato al telefono il papà, due volte, per chiedergli di andare a prenderlo e portarlo dai nonni. A quel punto Debora ha afferrato il coltello e ha inseguito il bambino, che ha cercato di fuggire ma, sulla porta di casa, è stato colpito alla schiena. Simone ha tagli anche sulle braccia, segno che ha cercato di difendersi, e poi quattro fendenti al torace, di cui uno mortale al cuore. Il padre è arrivato poco dopo, mentre i vicini, sentendo le urla, avevano già avvisato il 118 e i carabinieri. "Un pezzo del mio cuore è volato via con te amore mio. Veglia su di me e proteggimi, meglio di quanto io abbia saputo fare x te. Mi manchi", si è sfogato l'uomo su Facebook. "Erano passati appena cinque minuti dalla seconda telefonata - ha raccontato agli amici - eppure sono arrivato troppo tardi".

Dopo l'omicidio, Debora è uscita dal palazzo e si è seduta su una panchina.

"Volevano portarmelo via", le prime parole dette ai carabinieri. Poi, interrogata, ha fatto scena muta, ha chiesto solo di fumare e bere un bicchier d'acqua. Secondo gli investigatori la donna avrebbe detto anche: "Sono contenta di averlo fatto".

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