"La Raggi non firma lo sgombero per la madre della Taverna"

L'assessore alle Politiche abitative, Massimiliano Valeriani: "L'Ater ha fatto tutto quello che doveva fare"

"La Raggi non firma lo sgombero per la madre della Taverna"

Il consiglio regionale si è espresso, la mamma abusiva della vicepresidente del Senato, Paola Taverna, deve lasciare l'alloggio popolare sulla Prenestina perché i requisiti sono decaduti. Adesso toccherà al Comune di Roma intervenire per lo sgombero.

Questo è quanto emerso ieri mattina, dopo che FdI ha presentato un'interrogazione sulla vicenda: "La Raggi ancora non firma l'ordinanza di sgombero e sono tante le famiglie che aspettano da anni una casa popolare per la quale hanno i requisiti. Intanto il vicesindaco Bergamo incontra gli occupanti abusivi dell'edificio Inpdap all'Esquilino. Ma la Regione cosa intende fare per garantire, in tempi consoni, l'applicazione della legge anche nel caso della madre del vicepresidente del Senato Taverna?".

"L'Ater ha fatto tutto quello che doveva fare", è stata la risposta dell'assessore alle Politiche abitative, Massimiliano Valeriani, che ha aggiunto: "(L'ente regionale) ha notificato la decadenza dei requisiti, si è attivata una procedura di controdeduzione, le controdeduzioni sono state respinte. La partita è tutta in mano al Comune di Roma, che deve rientrare in possesso di questo alloggio, che, come sanno tutti i consiglieri regionali, è di proprietà dell' Ater, ma è gestito ed è assegnato dal Comune di Roma, come tutto il patrimonio di cui disponiamo".

Il procedimento di decadenza del diritto di abitare nell'alloggio è stato notificato alla madre 80enne della senatrice il 14 dicembre del 2014, riporta Il Messaggero. La donna ha però presentato delle controdeduzioni che sono state respinte. La legge infatti prevede che l'assegnazione di un alloggio popolare implica che qualsiasi membro del nucleo familiare non sia proprietario di un altro immobile di valore superiore ai 100mila euro.

Nella nota tecnica letta da Valeriani si evince che la Taverna, proprietaria di un immobile acquistato nel 2011, risulta appartenere ancora al nucleo familiare della madre, nonostante abbia trasferito la sua residenza nel nuovo alloggio di sua proprietà. Questo causa quindi la decadenza del diritto ad abitare nell'alloggio popolare.

"In data 11 marzo 2015, fuori termine, vengono presentate le controdeduzioni che vertono sull'assunto che la figlia non vive più nell'alloggio dal 1998, da quando la stessa ha contratto matrimonio", riporta la nota nella quale si legge:

"le controdeduzioni non possono essere accolte perchè tardive e perchè l'intestataria ha sempre dichiarato i redditi da lavoro dipendente e da fabbricati percepiti alla figlia in qualità di componente del nucleo familiare".

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