Un’italiana su due in età fertile non ha figli: parola dell’Istat che fotografa il mestiere di mamma in tempi di crisi. Viene allora da domandarsi: a chi gioverà la “baby little home” munita di “fasciatoio e poltrona per l’allattamento” ricavata con i resti del povero Spelacchio?
Forse ad una mamma soltanto. Alla sindaca di Roma Virginia Raggi che ce la sta mettendo davvero tutta per smarcarsi dalle brutte figure accumulate negli ultimi mesi di governo e, con una piroetta da acrobata, sta trasformando il simbolo della sua amministrazione spelacchiata in un improvvisato volano elettorale.
A farglielo notare senza troppi giri di parole è un’altra mamma, la giornalista Giulia Belardelli che, dalle colonne dell’Huffington Post, esordisce così: “Suvvia Virginia, parliamoci da mamma a mamma”. E sciorina più di un dato a corredo delle sue riflessioni. “Parliamo degli asili nido comunali che non bastano per tutti, parliamo delle rette che arrivano a costare metà di uno stipendio. Parliamo della regola assurda per cui, se sei un lavoratore atipico o un disoccupato, hai meno punti ai fini della graduatoria rispetto a chi ha un contratto a tempo indeterminato. Eccerto, perché se sei disoccupato mica vorrai perdere tempo a cercare un lavoro o formarti, puoi tranquillamente stare dietro a tuo figlio! E poi lo sanno tutti che il lavoro senza orari delle partite Iva è una leggenda, no?”.
A proposito del “riuso, riciclo e recupero di materiali” di cui parla la Raggi e in nome del quale Spelacchio verrà presto smembrato aggiunge: “Le nostre strade sono intasate di immondizia, che quasi ringrazio quando mio figlio ha il naso chiuso per il raffreddore e non può sentire il tanfo che si leva dai marciapiedi” diventati ormai “un percorso a ostacoli per le povere quattro ruote del passeggino, ormai scassato per le continue impennate e manovre d’emergenza”. Tra i piatti forti che la città di Roma offre alle mamme c’è anche un fritto misto di parchi giochi che cadono a pezzi, panchine sfasciate, altalene senza sedile, scivoli arrugginiti, consultori da potenziare e servizi che mancano a supporto delle donne e delle famiglie.
E allora conclude: “Scusami dunque se il fatto di dare nuova vita al povero Spelacchio, a cui pure ho voluto bene, non mi esalta particolarmente. Anzi.
Mi sembra una trovata di marketing di cui davvero non abbiamo bisogno, in questa campagna elettorale già abbastanza spelacchiata di suo. È stato simpatico, gli abbiamo voluto bene, ma quando parliamo di mamme, per favore, prendiamo a modello alberi un po’ più sani, con radici profonde e rami in grado di guardare al futuro”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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