Mantova, pugni e calci contro militare: arrestato clandestino ubriaco

Lo straniero, fermato per un semplice controllo, ha dato in escandescenze scagliandosi contro uno dei carabinieri impegnati nell'operazione. Il giudice convalida il fermo e rinvia la prima udienza ad ottobre, che lo straniero attenderà da dietro le sbarre del carcere di via Poma

Mantova, pugni e calci contro militare: arrestato clandestino ubriaco

Pugni e calci contro un carabiniere della compagnia di Suzzara (Mantova) durante una normale operazione di controllo, per questo ora un clandestino si trova dietro le sbarre in attesa di processo.

L'aggressione si è verificata durante la notte tra lunedì e martedì scorsi nelle vicinanze del centro commerciale "Po" di via Mitterand. Sono appena passate le 2, quando una pattuglia di carabinieri decide di fermare uno straniero completamente ubriaco in sella ad una bicicletta per una semplice verifica.

Alla vista della "gazzella", tuttavia, il magrebino decide di lanciarsi in una più che improbabile fuga, che gli permette unicamente di rimandare il momento del fermo. Quando i militari riescono a raggiungerlo, questi si scaglia con violenza contro uno di essi, colpendolo con forti calci e pugni. Bloccato, l'extracomunitario è costretto a capitolare, mentre il carabiniere ferito deve ricorrere alle cure del pronto soccorso. Sono 4 i giorni di prognosi assegnati dal personale medico.

Trasportato in caserma, il facinoroso è risultato essere un tunisino di 32 anni senza fissa dimora, oltre che clandestino sul territorio nazionale. Con l'accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, è finito dietro le sbarre di una cella di sicurezza in attesa di giudizio direttissimo.

Il processo si è tenuto ieri presso il tribunale di Mantova. Il giudice, convalidato il fermo, ha rinviato la prima udienza al mese prossimo per la concessione del termine a difesa.

Nell'attesa del processo vero e proprio, il magrebino rimarrà dietro le sbarre della casa circondariale di Mantova. La condanna per i reati contestati al 32enne va da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 5 anni, anche se il suo stato di clandestinità non esclude che si possa provvedere ad una sua espulsione.

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