Mantova, sparò in aria per spaventare: Tar gli vieta possesso d’armi

La sentenza del Tar di Brescia farà di certo molto discutere, specie in un momento come questo in cui si torna a parlare con forza di diritto alla legittima difesa

Mantova, sparò in aria per spaventare: Tar gli vieta possesso d’armi

MANTOVA. In questi giorni in cui torna caldo il tema della legittima difesa, arriva una sentenza che non potrà non lasciare dietro di sé qualche strascico polemico.

La decisione a cui si fa riferimento è quella del Tar di Brescia, che ha deciso di confermare il divieto di possedere armi da fuoco, già sentenziato dalla Prefettura di Mantova ai danni di un imprenditore. Costui, il 28 dicembre del 2016, avvertendo dei rumori sospetti provenire da un capannone entro i confini della sua proprietà e nelle vicinanze dell’abitazione, sparò un colpo in aria come avvertimento con una pistola, tra l’altro, regolarmente denunciata. Temendo per l’incolumità sua e della moglie, residenti nel mantovano in una zona di aperta campagna, l’uomo aveva voluto segnalare di essere armato col semplice intento di mettere in fuga dei possibili malfattori.

Così ha riferito lo stesso imprenditore in occasione del ricorso presentato, per bocca dei propri legali, come riportato da “Il Giorno”: il colpo era stato esploso “in condizioni di sicurezza dalla finestra” con il solo “fine di proteggere se stesso e la propria famiglia, in una situazione di oggettivo pericolo, in orario notturno e per scongiurare il rischio che estranei si introducessero nella sua abitazione”.

Di diverso avviso, a quanto pare, il Tar di Brescia, per il quale invece non sussisteva “un pericolo immediato per l'incolumità

personale dei coniugi”, dato che i delinquenti avevano il solo "interesse a sottrarre gasolio dal magazzino e non ad introdursi nella loro casa”.

Una decisione, questa, che farà certamente discutere a lungo.

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