Le indagini sono scaturite a seguito di una querela, presentata da una delle vittime per il mancato recapito di un iPad che aveva acquistato su un sito. A questa, sono poi state collegate altre 350 denunce per truffa presentate sul territorio nazionale. Gli investigatori della postale, attraverso minuziose attività di indagine, hanno potuto verificare che il gruppo criminale aveva predisposto in serie ben 49 siti on line fittizi, attestati sul territorio nazionale, pubblicati in maniera sistematica. Secondoi quanto scoperto dagli investigatori, l’organizzazione si contraddistingue per la presenza di due gruppi omogenei, uno che operava in Italia per svolgere le attività fraudolente ai danni dei cittadini italiani e l’altro operante in Romania, dove sono state eseguite gran parte delle operazioni informatiche più complesse, come la creazione di pseudo- siti di e-commerce e le operazioni di phishing mediante furto di dati sensibili e spostamento dei flussi dei proventi illeciti. Nell’occasione, grazie alla preziosa e costante collaborazione di Poste Italiane è stato possibile individuare oltre cento documenti di identità falsi, finalizzati all’apertura di altrettante carte prepagate. Per raggirare gli utenti dei siti di acquisto on line, la banda aggiungeva parole come "store" o "elettronica" agli Url originali dei rivenditori on line di prodotti di alta tecnologia (2.962 le transazioni illecite accertate) e beneficiare delle recensioni positive che tanto contano tra gli internauti incalliti. Proprio quegli indirizzi, modificati, facevano cadere in errore l’utente di turno, che, convinto di finalizzare l’acquisto, inviava il denaro alle carte prepagate tipo Postepay dei malviventi.
Alla luce degli elementi raccolti dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, grazie anche alla collaborazione del DIICOT di Bucarest, prontamente attivato per le indagini sul versante rumeno, per gli aspetti di assistenza giudiziaria internazionale, la Procura della Repubblica di Milano ha avanzato al gip la richiesta per l’adozione della misura cautelare in carcere a carico dei dieci indagati ed ha, altresì, trasmesso il Mandato di Arresto Europeo all’Autorità giudiziaria rumena per l’esecuzione nei confronti di tre indagati, di cui uno già arrestato in territorio rumeno, interessando anche la Procura di Pitesti per le perquisizioni e i sequestri, e quella di Valcea per il sequestro dei conti e delle autovetture.
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