Maxi sequestro ai fratelli Esposito, boss di camorra

Il maxi blitz è scattato nella mattinata di oggi, nelle province di Roma e Napoli

Maxi sequestro ai fratelli Esposito, boss di camorra

È un duro, durissimo colpo, quello inferto dai carabinieri del Comando provinciale di Roma ai fratelli Salvatore e Genny Esposito, boss di camorra. Quest'ultimi, infatti, si sono visti sequestrare dai militari beni per un milione di euro. Il maxi blitz è scattato nella mattinata di oggi, nelle province di Roma e Napoli. Il decreto di sequestro è stato emesso dal Tribunale di Roma - Sezione Misure di Prevenzione - su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Gli accertamenti sulla vicenda fanno emergere che i due fratelli erano in grado di mantenere un tenore di vita sproporzionato rispetto al reddito che veniva dichiarato. Questo ha insospettito gli investigatori; lasciando presto presagire che, questa somma di denaro, non era altro che il provento o il reimpiego di attività delittuose.

I carabinieri hanno sequestrato un appartamento e due box della Capitale, un locale commerciale a Nettuno, numerose società (di cui alcune fittiziamente intestate), una barca e numerosi rapporti finanziari. Non è stato facile giungere alla conclusione di questa operazione. Il decreto di sequestro, infatti, è potuto scattare soltanto al termine di accertamenti patrimoniali avvenuti nell'ambito di un'indagine condotta nel periodo che va dal 2013 al 2016. In questo caso, il Nucleo Investigativo di via in Selci, è riuscito ad accertare l'esistenza nella Capitale di un'organizzazione criminale di tipo camorristico, specializzata nel narcotraffico. I reggenti di questa organizzazione erano proprio i fratelli Esposito, figli di Luigi, detto "Gigino Nacchella", storico esponente del clan camorristico Licciardi; egemone nella zona di Secondigliano. A quanto pare, la famiglia si era trasferita dapprima a Nettuno e successivamente a Roma.

Appena il 21 marzo scorso erano state eseguite 19 ordinanze di custodia cautelare. Una prova, questa, l'ennesima, di quanto i clan stiano espandendo il loro dominio anche al di fuori dei confini regionali. Da nord a sud non fa differenza. Il sistema, come una piovra, avviluppa con i propri tentacoli tutto il paese. L'impegno delle forze dell'ordine, in questo senso, non può che essere apprezzato.

La lotta alla criminalità organizzata, però, rimane innanzitutto un movimento culturale. Una scelta di vita che deve comprendere ogni ceto sociale. E che deve essere indirizzato in un'unica direzione: quella della legalità.

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