Via la "donna" dalla menopausa. Il politicamente corretto riscrive la biologia

I paradossi del politicamente corretto: nel Regno Unito, il Sistema Sanitario Nazionale toglie la parola "donna" dalla pagina web sulla menopausa. L'allarme dei medici: "Così si rischia"

Via la "donna" dalla menopausa. Il politicamente corretto riscrive la biologia

Non solo il vocabolario manomesso, riformato a uso e consumo dell'ideologia. Ora i paradossi del politicamente corretto sono arrivati persino a confutare l'oggettività della biologia umana. Nel Regno Unito, sull'onda di un'inclusività di maniera, il Servizio Sanitario Nazionale si è spinto a cancellare la parola "donna" dalla propria pagina web dedicata alla menopausa. Come se il fenomeno fisiologico in questione non riguardasse l'universo femminile. In nome della fluidità di genere, via ogni riferimento specifico alle donne. E via pure il buon senso.

L'insensata modifica è stata apportata dopo una precedente e analoga sperimentazione testata nella guida online sul cancro ovarico. Ora, l'ulteriore revisione in ossequio alla neolingua del politicamente corretto. "La menopausa è quando una donna smette di avere le mestruazioni e non è più in grado di rimanere incinta naturalmente", si leggeva fino a qualche giorno fa sulla pagina web del Servizio Sanitario Nazionale. Adesso invece - come evidenziato dal Daily Mail - sul sito campeggia una nuova dicitura: "La menopausa è quando le mestruazioni si fermano a causa di livelli ormonali più bassi. Questo di solito accade tra i 45 e i 55 anni". Scomparsa dunque la parola "donna", forse ritenuta troppo divisiva. Discriminatoria. Nella precedente versione del testo, il vocabolo compariva sei volte. Nella riedizione politically correct, zero.

Così, nel folle impeto di omettere ogni riferimento di genere, gli "esperti" del Servizio Sanitario Nazionale hanno esposto le donne a una discriminazione al contrario potenzialmente pericolosa. Secondo alcuni medici contrari a quella scelta, le utenti in cerca di informazioni sanitarie potrebbero ora ritrovarsi danneggiate dalla diffusione di un messaggio così confuso. "Il rischio di de-sessualizzare queste informazioni potrebbe far sì che donne con scarsa conoscenza dell'inglese o della salute possano non sapere che le informazioni si applicano a loro", ha avvertito la dottoressa Karleen Gribble, esperta in infermieristica e ostetricia.

La preoccupazione in tal senso, peraltro, è stata condivisa anche dal segretario di Stato britannico per la salute, Sajid Javid. "La lingua conta. Ho chiarito che la parola 'donna' non dovrebbe essere rimossa dalle pagine chiave sulla salute delle donne. Mi è stato assicurato che le modifiche evidenziate, così come altre, verranno annullate", ha fatto sapere l'esponente politico e membro del parlamento del Regno Unito. "So che c'è una certa sensibilità intorno a questo linguaggio, ma dobbiamo usare il buon senso e il linguaggio giusto in modo da poter offrire alle persone la migliore assistenza possibile", ha aggiunto Javid.

Mentre si consumava l'avvilente discussione sul tema, alcuni politici britannici si esibivano in una discutibile iniziativa

sull'argomento. Per sensibilizzazione sulle carenze nel Regno Unito di prodotti per la terapia ormonale sostitutiva, alcuni deputati hanno indossato un giubbotto che simulava le vampate di calore della menopausa.

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