Mezzogiorno "No Alert"

Dopo l'allarme fascismo, che in Italia funziona perfettamente, arriva l'allerta emergenze, già meno efficace

Mezzogiorno "No Alert"
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Dopo l'allarme fascismo, che in Italia funziona perfettamente, arriva l'allerta emergenze, già meno efficace. Si chiama It-Alert ed è un sistema di allarme pubblico. La Protezione civile ti avverte sul cellulare in caso di catastrofi imminenti: alluvioni, incendi, terremoti, eruzioni, impennata nei consensi di Giorgia Meloni, cose così.

Si sta testando in tutta Italia. Ieri è toccato alla Lombardia. Alle 12 in punto, come prova generale, tutti i telefoni cellulari da Palestro a Sermide si sono messi a squillare contemporaneamente con un suono particolare. Lo scopo è lodevole. Informarti di un pericolo. Ma, si sa, siamo un popolo che non vuole aiuto, sempre sicuro di farcela da solo. Autarchico, egoista, diffidente. Ieri, quando è suonato l'Alert, metà dei lombardi è rimasta indifferente, metà scocciata e l'altra metà - il milanese si fa sempre in tre ha gridato al complotto. «Vìolano la nostra privacy!», «È un altro green pass», «Uno strumento di controllo delle masse!». Sono nati i No-Alert. Comunque, il primo effetto non è stato neppure il sospetto, ma la confusione. Nell'asburgica Milano c'è stato chi è sceso in strada. Immaginiamo quando l'Alert suonerà a Somma Vesuviana. Facite ammuina. Chissà se l'Alert, in un'Italia in cui il massimo del movimento genera il minimo spostamento, funzionerà.

Intanto ieri, alle 12.30, c'è stato il picco di accessi al tutor che insegna come disinstallare dal cellulare il generatore di emergenza.

Finiremo spazzati via da una piena del Seveso.

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