Migrante spaccia ed è pericoloso: ha 7 figli e non può essere espulso

Un 50enne di origine marocchine non verrà espulso nonostante la condanna a 18 mesi e il rinnovo del permesso di soggiorno negato per pericolosità sociale. La sentenza del Tar

Migrante spaccia ed è pericoloso: ha 7 figli e non può essere espulso

Il Tar salva un 50enne di di origini marocchine condannato un anno e sei mesi di reclusione per spaccio di stupefacenti e con tanto di permesso di soggiorno negato per la sua pericolosità sociale. Il motivo? Ha 7 figli e non può essere espulso perché bisogna tutelare l'unità familiare.

Il ricorso e la sentenza del Tar

Il ricorso presentato dal pusher, allegando fatture utili a dimostrare a sua capacità di sostenersi e provvedere alla famiglia, è stato accolto dal Tar e così il migrante spacciatore e pericolo sociale ma capace di mantere se stesso e i figli rimarrà nel Belpaese. Assurdo. Ma siamo in Italia.

Eppura la storia del marocchino parla chiaro: nel 2015 si becca una condanna per stupefacenti: 18 mesi di reclusione. La pena - complessiva di una multa di 4mila euro - però viene sospesa. Ma non è finita qui: nel 2016 chiede il rinnovo del permesso di soggiorno (ottenuto in precedenza per motivi di lavoro autonomo) presentando una sfila di documenti in questura con tanto di istanza di riabilitazione compresa). Come riporta Il Gazzettino, tutta carta straccia, poiché falsa. Eppure l'istruttoria va avanti e il permesso viene negato sulla base della condanna per spaccio e per le fatture false.

Quando nel 2017 il rinnovo viene negato, il migrante bussa alla porta dell'avvocato Jenny Lopresti. A marzo presentano ricorso al Tar. Passa poco meso di un mese e il tribunale amministrativo di Venezia sentenza che il provvedimento della questura è "privo di adeguata motivazione" e lo annulla.

L'ago della bilancia della giustizia, spiegano dal Tar, deve pendere dalla parte del 50enne perché padre. Se venisse espulso, la figura di padre verrebbe a meno e si ripercuoterebbe in maniera negativa sui 7 figli, tutti minorenni.

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