Migranti assaltano la caserma: derubano e picchiano i militari

Il blitz degli africani negli alloggi di servizio. Due, armati di un bastone con un chiodo conficcato, sono riusciti a fuggire. Uno è stato arrestato

Migranti assaltano la caserma: derubano e picchiano i militari

Ospedaletti - Beccato a rubare in caserma, assieme a due complici riusciti a fuggire, picchia e manda in ospedale un militare, ma il giorno dopo, davanti al giudice si giustifica: "Scusate, ma avevo sbagliato strada, cercavo la corriera per andare da mio fratello a Nizza, non volevo rubare". Già la scusa meriterebbe un'attenuante come "premio per la simpatia".

Protagonista della curiosa vicenda è un nordafricano, di 23 anni, irregolare in Italia - ha detto di chiamarsi Mohamed Slim e di essere tunisino, anche se è conosciuto in Italia con diversi alias - che verso le 19 di ieri è stato fermato da un appuntato scelto, che di ritorno a casa, appunto in caserma, ha notato tre persone che scendevano di corsa dalle scale che conducono agli alloggi di servizio. Insospettito ha parcheggiato, nell'area soggetta a "limite invalicabile", ed ha chiesto ai tre di qualificarsi. È stato allora che è scoppiata la colluttazione. Due dei suoi complici, armati di un bastone con un chiodo conficcato, sono riusciti a farsi largo e a fuggire; il terzo, alla fine, è stato ammanettato: non prima però di aver aggredito l'appuntato, che ha riportato lesioni guaribili in sette giorni.

Dall'esame del circuito di videosorveglianza interno della caserma si notano i tre che prima forzano il cancelletto che conduce alla caserma. Su un cartello c'è chiaramente scritto "Alt, zona militare, divieto di ingresso", ma l'arrestato dice che era buio e non leggeva bene. Quindi, si notano i tre nordafricani che tentano di buttare giù a spallate una porta blindata, ma alla fine sono costretti a desistere, visto che la porta è troppo massiccia. Non contenti salgono le scale verso gli alloggi, ma alla fine riescono ad impossessarsi soltanto di una cassetta degli attrezzi situata in un locale di servizio sul pianerottolo. Cassetta che abbandoneranno durante la fuga.

"È la prima volta che mi capita di assistere a una vicenda del genere - commenta l'avvocato della difesa Mario Leone -. Il mio assistito sostiene che cercava la fermata della corriera perchè doveva raggiungere un fratello a Nizza, dove probabilmente avrebbe potuto trovare un lavoro".

Di fronte a una giustificazione del genere, il giudice del tribunale di Imperia, Domenico Varalli, stamani all'apertura della direttissima, non ha potuto far altro che convalidare l'arresto, con la detenzione in carcere e rinviare l'udienza al prossimo 25 settembre.

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