Migranti, l'Italia scrive alla Ue "Verso blocco degli sbarchi"

Sbarchi senza sosta, il ministro degli Interni Marco Minniti rinuncia al viaggio in Usa per gestire l'emergenza migranti

Migranti, l'Italia scrive alla Ue "Verso blocco degli sbarchi"

Mentre Forza Italia chiede un pugno duro contro gli sbarchi che continuano indisturbati - solo negli ultimi 4 giorni sono stati salvati oltre 10mila migranti nel Mediterraneo - Marco Minniti ha deciso di rinunciare al suo viaggio negli Stati Uniti per gestire di persona l'emergenza, nonostante si trovasse già sull'aereo per Washington.

Una decisione arrivata poche ore prima la scelta del governo italiano di chiedere aiuto all'Europa e dare mandato al Rappresentante presso l'Ue, l'ambasciatore Maurizio Massari, di porre formalmente la questione degli sbarchi in Italia al commissario per le migrazioni Dimitris Avramopoulos.

"L'Europa non può più voltarsi dall'altra parte e fare finta di niente", sarebbe scritto nella lettera inviata a Bruxelles. Inoltre l'Italia ha comunicato l'ipotesi di non autorizzare più sbarchi nei porti italiani di migranti salvati al largo della Libia. "Se necessario siamo pronti a aumentare sostanzialmente il sostegno finanziario all'Italia", ha risposto Avramopoulos, che ha però avvertito: "Abbiamo tutti un obbligo umanitario di salvare vite".

Come racconta La Stampa, tornato a Roma, Minniti ha chiesto un incontro con Paolo Gentiloni per esaminare la situazione. Sia quella degli arrivi senza sosta, sia quella interna al Paese, con sempre più sindaci e cittadini contrari all'accoglienza e sempre più proteste da parte dei migranti stessi.

Due le ipotesi che sarebbero allo studio del Viminale: due mini tendopoli per ogni Provincia o l'uso delle caserme. Inoltre Minniti starebbe pensando di ricorrere a ogni edificio pubblico non utilizzato come vecchie scuole o capannoni. Tutte le soluzioni sarebbero nell'ottica dell'accoglienza "diffusa" che eviti la creazione di "ghetti" e zone di eccessivo degrado.

Contemporaneamente il Ministero spinge per una

maggiore collaborazione con la guardia costiera libica e con il resto dell'Europa, per limitare per quanto possibile gli sbarchi - e la relativa accoglienza - sulle nostre coste. Come dimostra proprio la lettera all'Europa.

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